«Giunta compatta, M5S unito contro i poteri forti» . Queste le parole di Paola Muraro, assessore all'Ambiente di Roma, interpellata su un eventuale passo
indietro a seguito di notizie stampa circa un'indagine a suo carico. Passo indietro che l'assessore dunque esclude. Lunedì in commissione parlamentare Ecomafie «vado con il sindaco senza avvocato perché io non ho ricevuto nulla», riferendosi al fatto che non ha ricevuto alcun avviso di garanzia o comunicazione da parte dell'autorità giudiziaria. «Il lavoro non si ferma. In
Campidoglio con i consiglieri per il nuovo assessore al Bilancio» conferma la sindaca di Roma Virginia Raggi su Facebook. Si cerca nelle ultime ore di fronteggiare la nuova mina per l’amministrazione grillina.
Dopo le dimissioni a catena di giovedì scorso un altro scossone investe la giunta della Capitale: l’assessore all’Ambiente Paola Muraro finisce nel registro degli indagati. Un atto dovuto per chiarire fatti relativi a quando rivestiva la carica di consulente di Ama, l’azienda capitolina dei rifiuti. Parametri fuori norma dei rifiuti in uscita dagli impianti Tmb (Trattamento meccanico biologico) di Ama a Rocca Cencia e Salaria, le costano l’accusa di concorso in abuso d’ufficio e violazione della normativa in materia di reati ambientali. Un filone dove risultano indagati anche i responsabili dei due stabilimenti. «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalla procura della Repubblica di Roma», ha precisato il legale di Muraro, Salvatore Sciullo. L’indagine comunque è molto ampia e riguarda anche l’imprenditore Manlio Cerroni, già imputato in un altro procedimento per associazione a delinquere e reati ambientali.
Una grana che arriva proprio mentre Raggi cerca il rilancio ed è al lavoro per sostituire i quattro tasselli mancanti ancora alla sua squadra. Impegnata in quella “prova di autonomia” che è ormai la linea interna al M5S. La decisione dei vertici del movimento, dopo le fortissime tensioni delle ultime ore, è netta: lasciare che la sindaca decida tutte le mosse senza pressioni interne e «se ne assuma la responsabilità». Anche ieri è stata una giornata di colloqui e selezioni per trovare capo di gabinetto, assessore al bilancio, un nuovo amministratore unico per Ama e il nuovo dg di Atac. Dopo la scelta di Manuel Fantasia come amministratore unico dell’azienda dei trasporti. Un profilo “forte” che consentirebbe a Raggi di prendere tempo rinviando per un po’ la nomina del direttore generale (che dovrà prendere il posto di Marco Rettighieri). L’ipotesi sarebbe quella di dar vita a un concorso internazionale.
Intanto un messaggio inviato dalla sindaca in chat agli eletti cinque stelle in Campidoglio segna l’inizio di un nuovo corso: le nomine saranno fatte con la condivisione di giunta e maggioranza a Cinque Stelle. «Vi comunico - scrive Raggi - che, riprendendo l’idea iniziale, l’assessorato partecipate sarà scorporato da bilancio. I colloqui saranno fatti anche dai componenti M5S della commissione bilancio (anche da altri se vogliono ma non andiamo in mille). Chiedete ai consiglieri che hanno colloquiato Fantasia... lavorare insieme è vincente!». Una risposta anche alle polemiche serpeggiate tra i pentastellati. Sui tempi per completare la strada comunque, «non abbiamo fretta, puntiamo sulla qualità» spiegano dallo staff della sindaca.
La competenza sulla riorganizzazione delle partecipate sarà, dunque, spacchettata, come previsto in campagna elettorale. Il progetto sarebbe quello di una delega, che potrebbe essere anche affidata a un membro dello staff invece che ad un assessore. Un profilo nell’ufficio di diretta collaborazione della sindaca c’è già ed è quello del capo della segreteria Salvatore Romeo, ex funzionario del dipartimento Partecipazioni e controllo del Comune. Proprio in base alla delibera di nomina del 9 agosto scorso, responsabile tra l’altro dei rapporti con i «soggetti partecipati a vario titolo da Roma Capitale». L’ipotesi sarebbe quella di potenziare lo staff. Dove potrebbe arrivare con un ruolo di primo piano anche Raffaele Marra - già al centro di polemiche per i suoi passati incarichi con Gianni Alemanno e ora tirato in ballo nel caso della revoca dell’incarico al capo di gabinetto Carla Romana Raineri - che lascerebbe il posto di vice capo di gabinetto. Un’ipotesi di depotenziamento (di fatto solo formale) però smentito dell’entourage della sindaca. Insomma quello delle partecipate sembra esser il vero nodo dello scontro.
Stop dunque ai super-assessori come era Marcello Minenna al Bilancio. Che anche ieri è tornato ad attaccare indirettamente la sindaca sulla questione Raineri. Con un post su Facebook ha spiegato i motivi del suo addio: «Ho percepito quello che definirei eufemisticamente un “deficit di trasparenza” nella gestione della procedura di revoca di quella delicatissima e nevralgica figura amministrativa del capo di Gabinetto. In questi mesi di intenso lavoro ho anche respinto interferenze e “compromessi” al ribasso sempre interloquendo con tutti nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali». Minenna chiarisce che le sue non sono state «dimissioni di solidarietà rispetto a quelle di Raineri» ma un gesto «di umiltà e responsabilità», una reazione a un «disagio di fronte a una scelta non chiara né trasparente in ordine alle autentiche dinamiche a essa sottese o retrostanti».
Ma mentre l’inchiesta sui rifiuti torna a scuotere la giunta capitolina domani pomeriggio l’assessore Muraro sarà in audizione in commissione parlamentare Ecomafie, dove aveva chiesto di essere ascoltata, determinata a chiarire tutto e a consegnare i documenti per replicare alle accuse legate alla vicenda rifiuti. Virginia Raggi sarà al suo fianco.
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