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Renzi, l’Italicum si può cambiare. Olimpiadi? Prevalga…

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alla festa dell’Unità di reggio Emilia e FIRENZE

Renzi, l’Italicum si può cambiare. Olimpiadi? Prevalga il buon senso

«Sono contento di essere qui per tantissimi motivi. Molti di voi vorrebbero parlare di politica, di quello che accade a Roma, anche se quello che succede a Roma non è politica e quindi non ne parliamo. Ma io vorrei partire dal terremoto». Ha esordito così il premier, Matteo Renzi, dal palco di Festareggio, la festa dell’Unità che si svolge a Reggio Emilia. Una battuta per sottolineare dopo che: «La politica e' una cosa seria. Io sono sinceramente dispiaciuto per quello che accade a Roma. Se la loro reazione» dei Cinque Stelle «contro di noi e' stata quella della superficialita', dell'attacco gratuito, talvolta vile, dell'insulto. Noi non dobbiamo scendere al loro livello. Noi siamo dispiaciuti per la citta' di Roma e da presidente del consiglio confermo la mia volonta' di lavorare con Virginia Raggi». E poi aggiunge: «il fanatismo di chi non crede al compromesso è il fanatismo di chi non conosce la bellezza e la nobiltà del dialogo e del confronto».

Renzi: non si può dire di no a Olimpiadi per rifarsi verginità
«Chi dice di no ai grandi eventi dovrebbe spiegare il perchè. Se qualcuno ruba bisogna arrestare il ladro e non fermare il Paese» ha detto Renzi a proposito della candidatura di Roma per le Olimpiadi e al no che sembra arrivare alla manifestazione dal sindaco di Roma Raggi e da tutto il Movimento 5 Stelle.
«Se uno dice di no alle Olimpiadi magari per rifarsi una verginità è una cosa triste... comunque sta a loro e decideranno loro» ha concluso Renzi.

«E' evidente che Roma» con le Olimpiadi «ha una chance. Io credo che noi siamo in pole position. Se Virginia Raggi firmera' il documento per la presentazione della candidatura di Roma, Roma ha una chance straordinaria per mostrare il suo volto al mondo. Io non credo che Roma sia una citta' che possa permettersi di dire no. Se dira' di no, e' chiaro che si taglia le gambe da sola per il futuro» ha ribadito il presidente del Consiglio. Aggiungendo: «Secondo me puo' essere un'occasione da non perdere. Io spero che prevalga il coraggio. Noi siamo qui pronti a dare una mano».

Fuori dal Pd non c'è una sinistra migliore
Nel pomeriggio il premier era tornato poi sulle divisioni interne: «Lo dico ai tanti che trovano qualcosa che non va, a chi dalla mattina alla sera si lamenta: fuori dal Pd non c'è una sinistra migliore, la rivoluzione del proletariato, fuori dal Pd e da questo Pd c'è l'Afd in Germania, la Le Pen in Francia, Farage in Inghilterra e in Italia il qualunquismo e la demagogia in camicia verde»ha detto il premier Matteo Renzi alla Festa dell'Unità di Reggio Emilia.

Referendum: non in ballo Governo, ma credibilita' paese
«La partita più grande è il referendum. Perchè non è in ballo un governo o la storia personale dell'uno o dell'altro. E' in ballo la credibilita' del Paese» ha detto Renzi, parlando alla festa dell'Unita' di Reggio Emilia. E sull’indicazione che deve arrivare dal partito insiste: «Ho visto la polemica sul non dire che queste feste sono per il sì al referendum. Per che cosa dobbiamo essere? Per il no? Neanche. Ma un partito non può essere per il boh, o il mah o non lo so. Deve indicare una direzione e dire che per l'Italia c'è bisogno di cambiare le regole per renderla più forte e più bella» ha sottolineato il premier. «Questo non vuol dire non rispettare quelli che non la pensano come noi - ha aggiunto - Io ho chiesto al presidente dell'Anpi, vieni a una Festa e discutiamo insieme perché per noi ci sono porte aperte al dialogo. Ma non rinuncio alle nostre idee dopo 20 anni di discussione senza risolvere nulla».

Italicum: Renzi, si può cambiare, ma bisogna dire come
«Se la legge elettorale non è buona, cambiamola, ma bisogna dire come. E non c'entra niente con la riforma della Costituzione» ha ribadito dal palco della
festa dell'Unità di Reggio Emilia, il premier Matteo Renzi.

La riforma non dà più poteri a premier

Quella che sarà sottoposta al referendum «non è riforma che dà più poteri al premier. Di riforme che davano più poteri al premier ce n'erano due: una voluta da Berlusconi, una da D'Alema, ma non son passate» ha detto dal palco della festa dell'Unità di Reggio Emilia. «Non ironizzate su Berlusconi e D'Alema - ha poi aggiunto rivolgendosi al pubblico della festa - quando c'è l'amore, quando c'è l'affetto non si devono fare battute».

Su referendum mail a Di Maio ma con posta certificata
Il Pd ha aggiunto Renzi «pratica la trasparenza”, non è come quelli che “la scrivono sul blog o sulle mail che poi non leggono». «Sul referendum manderemo email, ma per Di Maio useremo la posta certificata, così siamo più tranquilli» ha ironizzato il premier sul caos romano targato 5 Stelle.

Terremoto: Renzi, Italia non è insieme di sperperi, saremo punto di riferimento
Il premier ha parlato anche della ricostruzione dopo il sisma del 24 agosto che ha colpito la zona di Amatrice e Accumoli tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. «Ho chiesto ai migliori di darci una mano - ha chiarito Renzi - ma i migliori sono i cittadini. È giusto ricostruire, ma è bello tentare di dimostrare che l'Italia non è un insieme di sperperi come quelli che per troppi anni abbiamo visto anche per colpa di chi ci ha governato. Possiamo far vedere che questo Paese può essere un punto di riferimento nel mondo».

E poi sventola il Tricolore. Proprio a Reggio Emilia, nella città in cui nacque come bandiera nazionale nel 1797, per rilanciare il “sì” al referendum costituzionale di autunno. Una mossa con cui ha concluso il suo comizio di circa 45 minuti . «Non credo alla logica dei muri, ma al confronto delle piazze - ha chiarito Renzi . «Vi chiedo questo - ha poi concluso - per il referendum e per i prossimi mesi: non c'è in ballo semplicemente la risposta a un quesito, c'è una distinzione profonda tra un'Italia che è capace di dire sì al futuro e un'Italia che impaurita vuole fermarsi al livello di oggi. È un'Italia che dice che non cresceremo più, staremo fermi e rinchiudiamoci nei nostri confini». Quindi rivolgendosi ai presenti: «voi aiutatici a dare ai ragazzi di domani la speranza di un paese migliore. Viva il Partito democratico, viva l'Italia che dice sì».

Nel pomeriggio la visita alla Fondazione Reggio children
«Viva Reggio Children, sono felicissimo di essere qua e soprattutto sono felice che non ci sia Graziano Delrio: mi dice sempre di venire e lui oggi non c'e'... e' all'anniversario di nozze. Buon anniversario, gli abbiamo detto che poteva andarci. A condizione di non fare un altro figlio». Matteo Renzi aveva dispensato battute di colore nel corso della sua visita nel pomeriggio alla Fondazione Reggio Children, certificata dal premier come punto di riferimento per il rilancio dell'educazione in Italia gia' apprezzato nel mondo.

Se e' stato Delrio, gia' sindaco della citta' del Tricolore, a spingere Renzi verso la visita al centro reggiano («E' la prima per un presidente del Consiglio», riconosce il sindaco Luca Vecchi aprendo i lavori all'auditorium della struttura educativa), lo stesso premier scherza a distanza col suo ex sottosegretario, attuale ministro e fidato collaboratore. Renzi, ammettendo di visitare oggi la struttura per l'educazione reggiana con «una certa invidia» ma «in punta di piedi», spiega parlando in sala: «Delrio mi diceva: voi a Firenze avete il Rinascimento, noi a Reggio abbiamo Reggio Children. La fregatura e' che andavo all'estero dicendo che avremmo investito in educazione come risposta alla crisi, poi da San Francisco a Chicago mi dicevano: noi seguiamo il modello educativo di Reggio Children. Cosi', l'invidia cresceva..».

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