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Padoan: «Rinviato il taglio Irpef». Mercoledì la nomina…

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A «PORTA A PORTA»

Padoan: «Rinviato il taglio Irpef». Mercoledì la nomina del nuovo ad del Monte Paschi

«La revisione dell'Irpef per il momento è rinviata», anche se «continuiamo a ridurre la pressione fiscale». Doccia fredda sulle attese delle famiglie italiane per le parole del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato da Bruno Vespa nella puntata di “Porta a Porta” (Rai 1) che andrà questa sera in onda in seconda serata. Quanto al nuovo amministratore delegato di Mps, tema caldo di questi giorni, il ministro ha spiegato che «dovrebbe essere nominato mercoledì al consiglio di amministrazione» dell’istituto senese. Nessuna anticipazione invece sulla possibile investitura di Marco Morelli, come ipotizzato dal conduttore. Per Padoan il risanamento Mps «dimostrerà una volta per tutte che il sistema è sano, al contrario di quello che a volte alcuni dicono, che ci sono all'interno del sistema meccanismi di mercato per rafforzare le banche e darà un segnale positivo ai mercati e al sistema creditizio».

Voluntary disclosure, fase 2 allo studio
Al centro dell’intervista i possibili contenuti della prossima legge di bilancio che il governo presenterà in autunno. Praticamente certa una fase 2 del regime di voluntary disclosure per il rientro dei capitali detenuti illegalmente all’estero, che secondo il ministro potrebbe portare nelle casse statali «un po' meno di 4 miliardi». «Mi accontenterei di una frazione della cifra recuperata», che era stata di 4 miliardi di euro, ha spiegato il ministro confermando che sono allo studio i meccanismi per un nuovo regime di rientro di capitali esteri.

Flat tax? «Ipotesi interessante ma poco realistica per l’Italia»
Nel corso dell’intervista, Padoan ha fatto poi il bilancio della lotta all’evasione (circa 15 miliardi quest’anno, con la prosepettiva di un incremento nel 2017), mentre ha valutato «poco realistica per l’Italia», pur senza respingerla, l’idea di introdurre da noi un “flat tax”, come proposto da ultimo da Matteo Salvini e dalla Lega Nord. Per il ministro un’aliquota unica sui redditi dichiarati «potrebbe anche funzionare in condizioni economiche diverse, per esempio è stata adottata nei Paesi dell'est europeo perché partivano da situazioni sviluppo molto diverse, ma il nostro sistema è molto complesso». La ripresa economica invece «c'è anche se è debole. La crescita dell'occupazione è superiore al Pil e questo è un indicatore che il Jobs act sta funzionando. Questo fa ben sperare per il futuro, perché lavoratori in più sono crescita potenziale in più».

Niente anticipo al 2017 per l’intervento sull’Irpef
Tramonta dunque l'idea di “anticipare” al 2017 l'intervento sull'Irpef atteso per il 2018 secondo le promesse iniziali del governo. L’ipotesi più leggera si concentrava sulle aliquote intermedie del 27% e del 38%, con l'obiettivo di tagliarle di un punto e con un costo da 3 miliardi di euro. Una proposta alternativa, avanzata dal viceministro dell'Economia Enrico Zanetti per il 2018, prevede la riduzione a tre aliquote con un costo di 9 miliardi di euro.

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