Italia

Rallentano le assunzioni a tempo indeterminato

  • Abbonati
  • Accedi
L'Analisi|Osservatorio Inps

Rallentano le assunzioni a tempo indeterminato

Rallentano le assunzioni a tempo indeterminato, mentre crescono sia i rapporti a termine che il ricorso ai voucher per il lavoro accessorio. Il mercato del lavoro riflette l’andamento dell’economia italiana, che incide sulla propensione delle imprese ad assumere. È naturale che nelle attuali condizioni di crescita da “zero virgola”, con nessuna solida ripresa all’orizzonte, anche l’occupazione ne risenta. I diversi osservatori - Inps, ministero del Lavoro e Istat - nonostante le diverse platee di riferimento e i differenti indicatori, da diversi mesi scattano la stessa fotografia.

Il 29,9% dei contratti è a tempo indeterminato
La decontribuzione sulle assunzioni con i contratti a tempo indeterminato è stata confermata anche quest’anno, ma è diventata meno “appetibile” rispetto al 2015; lo “sconto” contributivo è passato da un massimo di 8.060 euro a 3.250 euro annui, per una durata che è scesa da 3 a 2 anni. C’è anche questo aspetto che va considerato nella lettura dei dati dell’Inps che evidenziano come tra gennaio e luglio la percentuale di rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati sul totale dei rapporti di lavoro si ferma al 29,9% contro il 39,3% del 2015 e il 32,4% del 2014. Lo scorso anno, complice uno scenario che sembrava di ripreasa ei generosi incentivi della legge di stabilità ,molte imprese hanno deciso di assumere con contratti a tempo indeterminato. Mentre quest’anno, in un contesto di grande incertezza, molte aziende hanno preferito non rischiare e limitarsi a stipulare contratti temporanei. Risultato tra gennaio e luglio hanno beneficiato dell’esonero contributivo 298.327 assunzioni (o stabilizzazioni di contratti temporanei), a luglio le assunzioni incentivate sono state 41.247. Altro dato su cui riflettere: nei primi sette mesi del 2015 il saldo tra assunzioni a tempo indeterminato e cessazioni è positivo - pari a 76.324 contratti - ma è ben inferiore rispetto ai 465.143 contratti dello stesso periodo del 2015, ma anche dei 129.163 del 2014 (quando non c’era alcun incentivo).

Il saldo di luglio positivo solo per 87 contratti stabili
Se poi si guarda alla variazione netta mensile dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, il saldo di luglio è positivo solo per 87 contratti (erano 49.201 a luglio 2015), mentre a giugno le cessazioni hanno superato le assunzioni (il saldo è negativo per 10.315 contratti, mentre era positivo per 33.119 a luglio 2015). Passando, invece, al saldo dei contratti a termine dei primi sette mesi dell’anno, esso segna un +475.753 (era -254.210 nei primi sette mesi del 2015). Quanto ai buoni per il pagamento del lavoro accessorio, l’Inps evidenzia che sono stati venduti 84,3 milioni di voucher, con un incremento del 36,2% sui primi sette mesi del 2015 (nel 2015 aumento sul 2014 era stato del 73%). Sono questi i dati su cui il governo dovrà riflettere in vista della legge di Bilancio e dell’eventuale proroga della decontribuzione anche per il 2017.

© Riproduzione riservata