
«Non abbiamo stravolto la Costituzione perché la prima parte resta intatta». A difendere la riforma della Carta che porta il suo nome è la ministra ai Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, durante un dibattito sul referendum costituzionale alla Fondazione Corriere della Sera a Milano dal titolo “Costituzione. La riforma alla prova del voto”. A confronto con l'ex presidente della Corte costituzionale, Valerio Onida, schierato per il No al prossimo referndum confermativo d’autunno, la ministra respinge con forza l’accusa che la riforma metta a rischio la democrazia in Italia. «Questo rischio non c'è, afferma convinta e lo dicono anche quelli che voteranno no».
Con vittoria No investimenti stranieri a rischio
Per Boschi, «il voto sulla riforma non può dipendere unicamente dalla legge elettorale, che è una legge ordinaria e può essere modificata dal Parlamento». Poi ricorda che «sulla necessità di superare il bicameralismo paritario ormai siamo tutti d'accordo», e la vittoria dei No al Referendum porterebbe in dote l’allontanamento dall’Italia degli investitori stranieri, senza peraltro «rispondere al bisogno dei cittadini».
Grazie a riforma più stabilità e meno parlamentari
La ministra, da settimane impegnata in una sorta di road show a difesa della riforma del bicameralismo, insiste anche sul tasto della semplificazione della procedura legislativa e dello snellimento dei tempi. «Chi andrà a votare deve avere la consapevolezza che non starà votando tra questa riforma e un'altra, ma tra questa e la Costituzione vigente», e il ddl Boschi è diventato il cavallo di battaglia del Governo «proprio per avere maggiore stabilità e una riduzione di parlamentari che non sarà astratta», ma ragionata sulla base «delle funzioni dei senatori, ormai cambiate». Anche l'abolizione delle province, conclude Boschi, «rientra in un discorso di maggiore funzionalità e semplificazione, oltre che di riduzione costi».
Se prevale il no il destino del Governo «lo deciderà Mattarella»
Rispondendo ad una domanda dell’intervistatore Antonio Politio sul destino del Governo in caso di vittoria del No Boschi chiama in causa il Quirinale («lo deciderà il presidente della Repubblica Mattarella» ) e spiega che la linea concordata dell’Esecutivo dopo le critiche dei mesi scorsi è di non «personalizzare». «Non lo faremo più», assicura la ministra, che chiede di «togliere dal tavolo questo argomento, così come abbiamo fatto con la legge elettorale». Del resto, aggiunge, «credo che chi fa politica non può pensare di farla tutta la vita». Occorre, dice, «concentrarci sulla riforma, perché quando saremo alle urne la scelta non sarà tra questa riforma e un'altra che può avere qualche punto diverso». Anche perché, avverte, «ci potrebbero volere altri dieci o quindici anni» per averne un'altra. «E - conclude - dobbiamo capire che non è un passaggio semplice trovare una convergenza ampia in Parlamento».
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