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Pensioni, slitta al 27 incontro con sindacati

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era previsto domani

Pensioni, slitta al 27 incontro con sindacati

Slitta il tavolo conclusivo governo-sindacati, previsto per il 21 settembre. L’incontro di domani» sulle pensioni «abbiamo concordato con le organizzazioni sindacali di ricalendarizzarlo all'inizio della prossima settimana, probabilmente il 27. Questo ci consente di fare un approfondimento ulteriore» ha annunciato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, a margine di un'iniziativa all’Enel. «Abbiamo bisogno di completare il lavoro fatto finora, che è un buon lavoro» ha aggiunto il ministro.

Incontro governo-sindacati rinviato a martedì 27
A seguire la nota ufficiale del ministero del Lavoro, che ha confermato che il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ed i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, «al fine di completare gli approfondimenti sulle materie al centro del confronto in atto, hanno concordato di rinviare l'incontro previsto per domani a martedì 27 settembre, alle ore 14.30».

Poletti: su Ape vicini a condivisione con sindacati
«Credo siamo vicini a una condivisione» sull'Ape (il prestito bancario assicurato con rimborso ventennale, ndr) «poi naturalmente ci possono essere toni o accenti diversi su alcuni specifici aspetti ma credo che questo tema trovi una buona rispondenza nel dialogo che abbiamo continuerà ancora per un po'» ha dichiarato Poletti, che ha aggiunto: «Abbiamo fatto un lavoro di approfondimento che comunque è assolutamente utile».

Il nodo dei lavoratori precoci
Nei giorni scorsi il ministro aveva fatto capire che quello dei lavoratori precoci (quelli che hanno iniziato a lavorare prima di aver compiuto 18 anni) è dei più intricati da sciogliere in vista dell'incontro del 21 settembre governo-sindacati. parlando di problema «molto difficile, perché ha un livello di costo molto alto». E aveva aggiunto che per trovare una soluzione «occorre fare i conti». Anche per la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso il nodo dei lavoratori precoci sarà la chiave della trattativa con il governo. Mentre il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, aveva incalzato: «Tirino fuori i soldi e troveremo le soluzioni per i lavoratori precoci e per tutti gli altri».

Come anticipato oggi sul Sole 24 Ore, secondo le ultime indiscrezioni trapelate da fonti tecniche, verrebbe riconosciuto un bonus contributivo ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi prima dei 16 anni. È ancora incerto il paletto minimo sui mesi necessari per essere riconosciuti (forse almeno 3 mesi) come beneficiari di questo bonus che consentirebbe di raggiungere i 41 anni e 10 mesi di contribuzione totale dal 2017, in modo tale da garantire l'anticipo con un anno di sconto sugli altri lavoratori. La dote per questa misura oscillerebbe attorno ai 600 milioni di euro per il primo anno e garantirebbe un flusso di uscite tra i 25 e i 30mila lavoratori l’anno.

“Bonus” pensionati da 1 miliardo
Intanto si definisce il perimetro dei “bonus” per i pensionati. A disposizione ci sarà complessivamente un miliardo così suddiviso: 260 milioni per l'allineamento della “no tax area” a quella dei lavoratori dipendenti e 700 milioni per le 14esime. Con un'ulteriore ripartizione di quest'ultima cifra: il 30% servirà per aumentare l'assegno extra già percepito in luglio da 2,1 milioni di pensionati che arrivano a 750 euro (1,5 volte il minimo) mentre il restante 70% andrà a coprire l'estensione dell'assegno a circa 1,2 milioni di pensionati che ricevono un trattamento standard compreso tra i 750 e i mille euro (due volte il minimo). E si affina anche il meccanismo per riconoscere un ritiro anticipato ai lavoratori precoci, anche se le ipotesi in campo restano diverse.

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