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Calenda: «La flessibilità ce la siamo guadagnata con le…

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L’ITALIA E L’EUROPA

Calenda: «La flessibilità ce la siamo guadagnata con le riforme»

«La flessibilità ce la siamo guadagnata» con le riforme e gli investimenti. Così il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda alla trasmissione «L’intervista» di Maria Latella su Sky tg24. «La Commissione Ue ha detto che veniva concessa la flessibilità ai paesi sulla base delle riforme e degli investimenti fatti. Noi ce la siamo guadagnata quindi. Poi l’Ecofin ha detto che non poteva essere per più di un anno. Ma le riforme impattano nel tempo. Ci sembra un approccio sbagliato».

Calenda: flessibilità ce la siamo guadagnata
Secondo Calenda, viceversa, la flessibilità «dovrebbe essere per più anni». Ma «da qui in avanti il negoziato con l’Europa punterà non solo sul deficit, noi siamo sempre stati ben lontani dal 3%», ma si punterà soprattutto sulla «qualità degli interventi». Dobbiamo «mettere in campo investimenti pubblici e privati. È l’unica cosa che può riportare fiducia nel nostro Paese» ha spiegato Calenda per il quale un ministro dell'economia unico europeo «è possibile, ma nel quadro di un'Europa che si muove». Oggi invece «c'è una frammentazione enorme: gli Stati vogliono decidere per conto loro. Siamo europeisti a parole ma nei fatti in questo momento prevale l'interesse nazionale».

«Renzi fa bene a non andare a Berlino»
Per Calenda il presidente del Consiglio Matteo Renzi, invece, per Calenda «fa benissimo a non andare» al vertice Ue previsto per mercoledì a Berlino con Hollande, Merkel e Juncker. Dopo la Brexit, l’idea di tutti era che l'Europa avrebbe dato un’accelerazione verso il processo di rafforzamento delle politiche di commercio e di difesa. C’è stata una prima fase di belle dichiarazioni, a Berlino e poi a Ventotene. Poi a Bratislava, dove non si è deciso nulla». E invece, a suo giudizio, «bisogna decidere il da farsi. C'è la fase della photo opportunity, ma non c'è una strategia di rilancio europea. E se la strategia è lasciare tutto com'è, facciamo un torto all'Europa. Non possiamo lasciare tutto com'è: di fronte a quello che sta succedendo, non si può non fare niente».

“Dobbiamo «mettere in campo investimenti pubblici e privati. È l’unica cosa che può riportare fiducia nel nostro Paese”

Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico 

Per imprese superammortamento 250%
Il ministro ha ricordato poi che nel piano “Industria 4.0” «ci saranno 13 miliardi di incentivi automatici: un imprenditore potrà portarsi come credito di imposta il 50% dei nuovi investimenti». Non solo. «Se cambierà macchinario e andrà verso industria 4.0 avrà un fortissimo sconto fiscale con un superammortamento al 250%». «Se le imprese investono - ha proseguito Calenda - si creano lavori più specializzati e quindi più remunerati». Le banche «hanno criteri stringenti per erogare finanziamenti. Abbiamo tanta liquidità ma non arriva alle imprese. Per questo - ha aggiunto - rafforzeremo anche il fondo di garanzia alle imprese. Lo Stato garantirà fino all'80% dell'erogato. No per tutti allo stesso modo. Lo focalizziamo sugli investimenti: se ad esempio sei una start up innovativa vieni prima di tutti gli altri».

«Referendum cruciale più di manovra»
Il ministro dello Sviluppo ha sottolineato infine l’importanza strategica del referendum costituzionale, la cui data (probabilmente il 29 novembre o il 4 dicembre) sarà decisa nel corso del Cdm convocato lunedì 26 settembre. «Ancor più della finanziaria il nostro appuntamento importante e cruciale è il referendum. E lo è perchè noi abbiamo bisogno di una governance forte e di più investimenti» ha concluso Calenda per il quale«siamo di fronte alla più grande crisi delle democrazie occidentali dal dopoguerra. E la globalizzazione ha creato vincenti e perdenti, tanta esportazione e molte aziende morte». Per far fronte a tutto questo «necessitano due cose: una governance forte e tanti investimenti».

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