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Pensioni, Renzi: le misure ci sono. «Non dipendono dalla…

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VERSO LA STABILITÀ

Pensioni, Renzi: le misure ci sono. «Non dipendono dalla trattativa con Bruxelles»

Per le pensioni le misure ci sono e non dipendono dalla trattativa con Bruxelles. «Ovviamente non saranno misure ipermilionarie, ci saranno con la logica dei piccoli passi». Dice così Matteo Renzi in un passaggio del suo intervento mattutino a Rtl 102.5, a poche ore dalla notte che ha visto l’approvazione della nota di aggiornamento al Def. Numeri non esaltanti ma su cui il premier è tornato a battere invitando a guardare le cifre in chiaroscuro. «In pensione si può andar prima accettando una piccola penalizzazione dello stipendio, le minime avranno una sorta di quattordicesima, riusciremo a dare qualche soldo in più».

«Rispettiamo le regole Ue, ma sono da cambiare»
«Che barba, che noia, che barba! Sono tre anni che facciamo lo stesso discorso... Ci sono regole Ue, quelle del patto di stabilità, che peraltro non condivido ma che rispetto. Ma abbiamo detto che tutto ciò che serve per scuola, sisma e immigrazione lo togliamo dal patto stabilità». Non si sposta Renzi dalla linea seguita sinora. «Noi rispettiamo la posizione dell'Ue e le regole, altri non lo fanno. Queste regole andrebbero cambiate e lavoreremo per farlo ma finché ci sono vanno rispettate. Ma nelle regole c’è scritto che se ci sono circostanze eccezionali si può divergere dal patto di stabilità. Per me il terremoto e l'immigrazione lo sono. Con che faccia vado a dire che non metto a posto le scuole perché Bruxelles non vuole; così alimenterei l'europopulismo».

«Ponte sullo Stretto, perché no?»
Alla Leopolda «dissi che dovendo scegliere tra la banda larga e il ponte sullo Stretto ero per la banda larga e che bisognava finire la Salerno-Reggio Calabria e le linee ferroviarie in Sicilia, e lo confermo. Ma dopo due anni e mezzo di governo la banda larga è a gara in tutte le Regioni, la Salerno-Reggio Calabria si percorre in quattro corsie e il 22 dicembre, come da impegno, sarà terminata, in Sicilia i soldi per viadotti e ferrovie sono realtà, e allora, essendo ospite dell'azienda in causa con lo Stato e che chiede centinaia di milioni dopo aver vinto la gara, ho detto che se il ponte diventa uno strumento per unire da Milano a Palermo si può ragionare adesso». Molte le polemiche divampate ieri. «Non è che siccome lo ha detto Berlusconi allora è sbagliato. Questo è un esempio della cultura dell'odio che non ho mai capito di molti dei nostri e dei 5 stelle». E aggiunge: «Se ci saranno le condizioni e il progetto permetterà allo Stato di ricavare e non di spendere, perché no?”.

«Non si utilizzi il referendum per mandarmi a casa»
Anche questioni di carattere interno sono state oggetto dell’intervista al presidente del Consiglio. «Non si utilizzi il referendum in nome del desiderio di buttar giù il governo. Si manda a casa per sempre la riforma. Quella è un'occasione perduta. È più bello se si potesse votare nel merito e poi scegliere un front runner del centrodestra e dei 5 stelle, che, con Di Maio, credo non se la passi benissimo». Le polemiche sulla data appaiono a Renzi incomprensibili. «Potevamo sceglierla fino al 13 ottobre. Io ho detto: diamo tutto il tempo che possiamo alla campagna elettorale, ma mi sembrava assurdo votare il'11 o il 18 dicembre. Ma non ho capito, qualcuno cambia idea sulla base del giorno? Consulta l'oroscopo prima di votare? Il punto è siamo pronti a cambiare questo Paese o vogliamo lasciarlo com'è. Fanno di tutto per non parlare del merito».

Si accende scontro su data del referendum

«Berlusconi ha più vite di un gatto»
«Aspetterei sempre a giudicare Berlusconi come un uomo del passato. Non c’è dubbio che ha più vite di un gatto e questo gli fa onore. Auguri di cuore. Li faccio a lui e a Bersani, che sono nati nello stesso giorno». Renzi, a Rtl 102.5, dedica qualche riflessione al Cav non senza puntate polemiche. «Oggi torna in campo nel no a referendum insieme a D'Alema con cui ha vissuto la stagione delle Bicamerali». Ma, per il premier, non se ne può parlare come «uomo del passato». «Secondo me passerà alla storia più per quello che non ha fatto, piuttosto che per quello che ha fatto... la riforma del lavoro, la riforma costituzionale. Detto ciò, io non accetto la logica dell'odio in politica. Viviamo una stagione in cui è molto facile odiare gli altri. Ma io non parlerò mai male dei miei avversari».

«Sulla prescrizione non metto la fiducia contro l’Anm»
«Noi abbiamo fatto delle regole che secondo me sono buone, ma io ci penso su due volte a mettere la fiducia su una cosa che Davigo definisce provvedimenti dannosi o inutili, su atti della giustizia che vogliono aiutare i magistrati, con i magistrati che dicono che sono dannosi. Tendenzialmente escludiamo il voto di fiducia». Conclusione: «Si va in Aula e lì si vedrà».

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