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Referendum, Renzi ribadisce: senza voti della destra non si vince

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campagna per il sì

Referendum, Renzi ribadisce: senza voti della destra non si vince

«Il referendum non è il congresso Pd» e «saranno decisivi i voti della destra, perché mentre Pd e centrosinistra avranno una stragrande maggioranza a favore, il centrodestra in modo incomprensibile si è schierato per il No». Così il premier Matteo Renzi, aprendo oggi la campagna referendaria in due interventi a Perugia e a Firenze, ha risposto alle critiche della minoranza Dem, insorta dopo l'intervista al Foglio in cui il premier dichiarava che «il referendum si vince anche a destra». «Un autorevole esponente della minoranza Pd - ha raccontato Renzi - mi ha criticato perché voglio prendere i voti di destra. Sì, forse è per questo che si chiama minoranza, io vorrei chiamarmi maggioranza. Se non prendi il voto degli altri ti chiami minoranza, io voglio essere maggioranza e cambiare le cose».

«Roma 2014, figuraccia internazionale»
il presidente del consiglio ha anche commentato la mozione di ritiro della candidatura di Roma alle Olimpiadi approvata oggi in Campidoglio dall'assemblea presieduta da Virginia Raggi. «Il No definitivo alle Olimpiadi è legittimo - ha detto - ma certo si fa una figuraccia a livello internazionale perché era una decisione presa. Ma quello che è sconvolgente non è la decisione, discutibile, bensì dire che non si fanno perché c'è il malaffare. Ma un politico serio ferma i ladri, non le opere pubbliche. Migliaia di posti di lavoro vanno persi sull'altare della rassegnazione».

«Senza Olimpiadi niente soldi a periferie»
«Qualcuno dice che i soldi delle olimpiadi li destineranno alle periferie - ha continuato il premier - mi auguro che ci sia qualcuno che li aiuti e li riporti alla ragionevolezza perchè i soldi delle Olimpiadi, per definizione, vanno dove si fanno le Olimpiadi. Non è difficile». E sui Cinquestelle Renzi rincara la dose: «È facile andare dalla mattina alla sera in tv e dire "che schifo, che noia, che rabbia". Poi accade che si va a governare, e non faccio riferimenti a nessuna città, ma non sei più nel mondo del blog, dalle tue scelte dipende la vita delle persone».

«Dopo 30 anni una riforma»
«Dopo 30 anni in cui gli altri non erano riusciti a fare la riforma, adesso la riforma è stata fatta grazie all'impegno di tutti noi, noi ce l'abbiamo fatta» ha continuato il premier parlando a Perugia. Spiegando che «questo referendum dirà molto di quello che può fare l'Italia, se vince il no non cambierà nulla per decenni».

«D'Alema esperto di lotta fratricida»
Parlando poi della riforma costituzionale oggetto del referendum del 4 dicembre, Renzi ha detto che «D'Alema sui punti della riforma, per storia personale, è totalmente d'accordo». Ma «siccome ha come obiettivo la distruzione di una persona e di un'esperienza - ha aggiunto - fa la sua battaglia. Auguri. D'Alema è un esperto di lotta fratricida in casa. Citofonare Romano Prodi e Walter Veltroni per sapere di che stiamo parlando. Se si fosse impegnato a combattere il centrodestra quanto ha combattuto i suoi compagni di partito, questo Paese sarebbe diverso».

«Pronto a cambio dell'Italicum»
Renzi ha poi parlato della possibilità di cambiare la legge elettorale, spiegando che «mi costa fatica perché credo che l'Italicum sia la legge elettorale perfetta, funziona benissimo» ma «sono pronto a fare una discussione vera e anche a cambiarla. Perché la legge elettorale è meno importante del referendum, così come la mia carriera personale è meno importante del referendum. Mi va bene trovare le ragioni che ci uniscono».

Il tweet del premier che racconta la giornata a Perugia

La campagna referendaria
"Al passato grazie, al futuro Sì" è il titolo scelto dal presidente del Consiglio e segretario del Pd per il lancio stasera da Firenze della campagna per il sì al referendum del 4 dicembre. Il suo comizio si tiene all'Obihall, lo stesso luogo in cui la sera dell'8 dicembre 2013 Renzi festeggiò la sua elezione a segretario del Pd dopo aver sconfitto alle primarie Gianni Cuperlo.

Per il premier tour de force elettorale
Renzi ha fissato una fitta tabella di marcia per la campagna a sostegno del Sì al referendum avviata oggi con gli interventi a Perugia e Firenze. Una pausa è preventivata a ottobre, prima per seguire le fasi finali di elaborazione e varo della manovra, poi per il vertice europeo e la cena di Stato del 18 ottobre alla Casa Bianca. Ma a novembre il premier ricomincerà a girare in lungo in largo per l'Italia. L'apice della campagna referendaria sarà la tradizionale Leopolda a Firenze - che dovrebbe svolgersi dal 18 al 20 novembre - ma da qui all'apertura delle urne c'è già chi conta 180 eventi programmati.

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