«Non credo ci saranno altre difficoltà. Il sistema bancario italiano è solido. Non mi aspetto alcuna operazione di bail-in in Italia». Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ai microfoni di Cnn. Parlando dalla sede del Fondo monetario internazionale a Washington, dove si stanno svolgendo i lavori autunnali dell’istituto, Padoan ha spiegato che «ci sono alcuni casi critici». E che i non performing loans «in generale sono molti, ma non tanto quanto a volte leggo in giro». E «torneranno a livelli più normali». Concetti analoghi a quelli evidenziati dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che in un’intervista a Bloomberg ha evidenziato come «non tutte le banche italiane hanno problemi» e un « numero sostanziale di banche italiane sta facendo bene».
Padoan: tra due anni in testa a “treno crescita” Ue
«Siamo nel mezzo del treno» della crescita europea, e in un paio d’anni saremo in testa al treno» ha affermato il ministro dell’Economia nell’intervista alla Cnn. «Si cresce nel tempo, non dal giorno alla notte» ha messo in evidenza Padoan, precisando che le riforme stanno iniziando a dare i loro frutti. «Stiamo iniziando a vedere i risultati abbiamo bisogno di tempo, non ci fermeremo dove siamo», ha detto ancora il ministro, convinto che «la crescita accelererà».
«Brexit va attuata, no soluzioni miste»
Sulla Brexit, Padoan ha tagliato corto dicendo: «È stata votata dagli inglesi e deve essere attuata». Il termine «punizione non rientra nella conversazione: la questione è l’assunzione di responsabilità», ha affermato il ministro dell’Economia, sottolineando che «le soluzioni miste non funzionano. Dobbiamo essere chiari su chi sta dentro e chi sta fuori dal mercato unico».
«Se vince no al referendum, opportunità persa»
Il ministro dell’Economia ha parlato anche di referendum costituzionale, dicendo in un’intervista a Cnbc che una vittoria del no sarebbe una «opportunità persa» per l’Italia. Padoan ha aggiunto che i mercati stanno «esagerando sulle conseguenze» di un potenziale testa a testa tra il no e il sì al prossimo referendum sulla riforma costituzionale. E ha aggiunto che rimanendo nell'assetto attuale l’Italia sarebbe bloccata dai «molti difetti» del sistema sui quali si vuole mettere mano con lo scopo di renderlo «più efficiente, più stabile e più eterminato a lungo termine».
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