«Il governo nella Nota di Aggiornamento al Def ha posto il deficit al 2%, poi ha chiesto l’autorizzazione al parlamento per salire eventualmente al 2,4 per coprire le risorse necessarie» per la crisi dei migranti e il terremoto. Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo a Washington, alla conferenza stampa conclusiva al termine della riunione del Fondo monetario internazionale, a chi gli chiedeva un commento sulle parole
del commissario europeo agli affari Economici Pierre Moscovici, secondo il quale il 2,4% «non è il numero che avevamo in mente».
Da Moscovici grande collaborazione
Padoan, descrivendo la posizione del commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, con il quale Padoan ha avuto oggi un incontro bilaterale, ha detto che ha avuto un «atteggiamento di grande collaborazione».
Sulle stime non cambio idea
«Non cambio idea sulle previsioni programmatiche per il 2017, anzi le confermo», ha detto il ministro dell'Economia sottolineando che martedì in audizione porterà le prove che «suffragheranno» i numeri. «Non è compito nostro sostenere la reputazione dell’Upb», ha detto rispondendo a una domanda sui rapporti fra Governo e Ufficio Parlamentare di Bilancio dopo le divergenze sulle previsioni nella nota di aggiornamento al Def. Qualche giorno fa il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Giuseppe Pisauro, in audizione presso le Commissioni riunite bilancio di Camera e Senato aveva dichiarato che, alla luce delle informazioni disponibili, le valutazioni dell'Upb «condurrebbero a un esito non positivo del processo di validazione del quadro programmatico 2017» contenuto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 «e, in particolare, delle stime di crescita del Pil per il prossimo anno, sia in termini reali che nominali».
Bonus famiglie? Nessuna anticipazione
«Non offro mai anticipazioni sulla legge di bilancio, ce ne sono già molte sulla stampa. Le misure saranno note quando» saranno approvate, ha detto il ministro dell’Economia, rispondendo a chi gli chiedeva se il governo stesse lavorando a un bonus per le famiglie. Intanto proseguono i lavori nel cantiere della manovra. Fonti vicine al dossier della nuova legge di bilancio hanno reso noto che per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego lo stanziamento dovrebbe aggirarsi intorno ai 900 milioni di euro per il triennio 2016-2018.
Negli ultimi anni sono cresciute le disuguaglianze
Nel fare il punto sulle riunioni del Fmi, Padoan ha sottolineato che «questi meeting sono diversi dagli altri. Le due parole chiave sono: incertezza di politiche e crescita-disuguaglianze», spiegando che l’incertezza di politiche è il fatto che agli occhi dei «mercati non è chiaro l'assetto istituzionale in cui operare, perché le scadenze elettorali e i referendum sono più importanti che in
passato». È evidente, ha detto, «che negli ultimi anni sono cresciute le disuguaglianze», e questo può avere un impatto negativo. A chi gli chiedeva del referendum costituzionale e del fatto che gli investimenti siano bloccati in attesa dell’esito del voto, Padoan risponde: «ne prendo atto ma l’incertezza» legata
al referendum «durerà poche settimane». Dove sarebbe l’Italia oggi, ha detto Padoan, «se non fosse stata parte dell’Ue e dell'unione monetaria? Avrebbe perso molti benefici in termini di stabilita' di bilancio, avrebbe perso anche la possibilità di crescere in un'economia integrata».
Referendum, impegno riformatore del governo
Una vittoria del sì al referendum darebbe «una ulteriore accelerazione al processo di riforma del paese. Nell’eventualità, che mi auguro non si verifichi, vincesse il no sarebbe un'opportunità persa», ha detto Padoan. In ogni caso, anche con il no, «l’impegno riformatore del governo non si arresta».
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