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Oggi la Direzione Pd, resa dei conti su referendum e Italicum

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franceschini: bersani ci ripensi

Oggi la Direzione Pd, resa dei conti su referendum e Italicum

Sarà una vera e propria resa dei conti tra maggioranza e minoranza Dem quella che si consumerà oggi pomeriggio nella Direzione nazionale del Pd convocata per le ore 17. Dopo la conferma del No di Pierluigi Bersani al referendum del 4 dicembre, arrivata nonostante le aperture sull'Italicum da parte del premier Matteo Renzi, la direzione di oggi - convocata appunto per ribadire la disponibilità a modifiche della legge elettorale e per sondare le proposte degli altri partiti - potrebbe servire, invece, a certificare la frattura nel Pd in vista del voto sulla riforma costituzionale. I lavori saranno trasmessi in diretta streaming sul sito del Partito democratico www.partitodemocratico.it.

Bersani: «Mai cambiato posizione ». Franceschini: «Ci ripensi»
«Bersani ha detto sì tre volte a questa riforma, non l'ho scritta io da solo a Rignano sull'Arno, è stata due anni e quattro giorni in Parlamento» ha detto ieri Matteo Renzi intervistato da Massimo Giletti a l'Arena su Rai 1, spiegando che se Bersani «cambia idea per il referendum ognuno si farà la sua opinione». Ma l'ex leader Pd oggi su Facebook è tornato a ribadire che la sua posizione contro la riforma è stata la stessa «da sempre, in tutti i passaggi» . È «la solita ipocrisia di chi fa finta di non capire - scrive Bersani - . Con l'elezione diretta dei senatori e un radicale cambiamento dell'Italicum, con tutti i suoi limiti, la riforma costituzionale sarebbe potabile. Con la nomina dei senatori e dei deputati e con la democrazia del capo è indigeribile».

Il post di Facebook rilanciato da Bersani anche su Twitter

Secondo il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini «la minoranza usa il referendum contro Renzi per una battaglia politica che si dovrebbe fare in altre sedi». Le modifiche all'Italicum possono partire prima di dicembre, con «correzioni significative, ma mirate» e «spero che ci sia un ripensamento da parte della minoranza» ha detto Franceschini, chiedendo un Sì al referendum perchè «questo tempo richiede leader più forti, non più deboli».

Cuperlo: è quasi scissione, sta a Renzi scongiurarla
«Vorrei ascoltare la relazione di un premier che, oltre a rivendicare quanto ha fatto, vede i pericoli di una frattura nel centrosinistra e se ne fa carico». È quanto si augura, in una intervista alla Stampa, Gianni Cuperlo, esponente della minoranza Pd, guardando alla direzione del Pd di oggi pomeriggio. Come voterà al referendum costituzionale? «Deciderò dopo la direzione come ho sempre detto» taglia corto Cuperlo.
«Vorrei sentire - prosegue Cuperlo - la volontà di una svolta nelle priorità sociali del governo e un atto concreto sulle regole: elezione diretta dei senatori e nuova legge elettorale che garantisca rappresentanza, collegi e un premio per la governabilità tale da non farci uscire da una repubblica parlamentare».
Bersani dice di essere stato trattato come un rottame: ha ragione? «Le parole di Bersani - risponde Cuperlo - mi hanno colpito e ho colto la sua amarezza. Lui si è assunto le sue responsabilità, ma i numeri generosi che oggi in Parlamento sostengono il governo Renzi sono frutto del suo lavoro. Un'antica saggezza orientale dice 'quando prendi l'acqua al pozzo ricordati di chi lo ha scavato'».

Rosato: intesa o buttiamo via 30 anni di lavoro
In un'intervista a Repubblica il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, lancia un appello alla coesione: «Un pezzo della classe dirigente dem non butti via una riforma discussa da trent'anni - dice - sarebbe una cicatrice insanabile». E annuncia che alla Direzione di oggi «una apertura ulteriore da parte di Renzi
ci sarà».

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