Economia

Regione Puglia: Natuzzi non diserti il tavolo sui 300 esuberi

  • Abbonati
  • Accedi
LAVORO

Regione Puglia: Natuzzi non diserti il tavolo sui 300 esuberi

«L’invito che rilanciamo al gruppo Natuzzi è quello di venire al tavolo della Regione Puglia e di affrontare con noi e i sindacati la situazione del polo di Ginosa». Lo dichiara, a 48 ore dalla convocazione odierna a Bari, il responsabile della task force occupazione della Regione Puglia, Leo Caroli, a proposito dei 300 esuberi dello stabilimento della provincia di Taranto.

«Probabilmente le dichiarazioni della Regione dopo il vertice al Mise dei giorni scorsi sono state interpretate male - afferma Caroli -. Non abbiamo mai detto che la condizione per sedersi al tavolo è il ritiro dei licenziamenti, ma che la Regione Puglia è disponibile a prorogare in deroga la cassa integrazione per i lavoratori Natuzzi a condizione che vi sia un vero piano di rilancio dell'azienda, piano che riteniamo possibile. Non siamo invece disposti a finanziare per 5-6 milioni di euro la continuità della cassa se questa, alla fine, deve chiudersi con degli esuberi tra i lavoratori».

Il responsabile della task force pugliese interviene dopo che l'azienda del mobile imbottito, facendo riferimento alla “richiesta della Regione che, come “condizione per avviare ogni discussione”, chiede all'azienda il ritiro dei licenziamenti per Ginosa e la presentazione di un piano industriale alternativo (a “esuberi zero”), che preveda il riassorbimento di tutti”, ha sostenuto “di non poter accogliere le condizioni poste dalla Regione Puglia”. “Il rischio che l'incontro in Regione salti è fondato. È necessario che il Mise riprenda la trattativa mettendo al centro la riapertura del sito di Ginosa tanto più che si sta prorogando la cassa per un anno” commenta Ludovico Vico (Pd), della commissione Attività produttive della Camera.

Dopo il nulla di fatto della cabina di regia al Mise il 13 ottobre, restano in bilico sia lo stabilimento di Ginosa - uno del gruppo ma inattivo da tempo -, che 290 lavoratori (i 300 di qualche giorno fa si sono ridotti a seguito dell'accettazione da parte di altri dell'esodo agevolato proposto dall'impresa) per i quali la cassa integrazione è appena scaduta. Già inviate le lettere di licenziamento. Natuzzi, che viene peraltro da un lungo periodo di ammortizzatori sociali e che negli anni ha sensibilmente ridotto l'occupazione, dichiara di essersi già impegnato per rimettere in produzione il sito di Ginosa attraverso “una newco che svolga nel sito di Ginosa le attività di taglio del poliuretano per le imbottiture attualmente svolte all'esterno”. Natuzzi “conferma che è disponibile ad attivare la newco entro i prossimi 12-18 mesi, ovvero nei tempi necessari alla riconversione industriale del sito di Ginosa. La newco consentirebbe la riassunzione di circa 104 dei 290 attualmente in esubero”. Sindacati e Regione Puglia sostengono invece che quel piano deve essere migliorato. E proprio per consentirne lo sviluppo, che la proroga della cassa, dai pochi mesi inizialmente previsti, è stata portata a 12 mesi, dopo il via libera del Mise, per dare modo allo stesso piano di riconversione affidato alla newco di “decollare”.

Natuzzi replica che la newco permetterà di riassorbire 104 persone, che i 290 attuali esuberi, alla fine si contrarranno ulteriormente, che gli stessi esuberi si sono già ridimensionati rispetto ai 370 iniziali, che gli accordi fissano in 1.948 l'organico aziendale, e che la società si sta impegnando per salvare i posti di lavoro e far rientrare in Italia produzioni oggi all'estero. I sindacati, infine, che mantengono la protesta in tutti i siti Natuzzi, attendono di vedere come andrà l'incontro di domani a Bari. In caso di fumata nera, annunciano un inasprimento a partire dal blocco dello stabilimento di Laterza (Taranto) che col taglio delle pelli rifornisce tutti gli altri complessi.

© Riproduzione riservata