«Se vince il No rimane il bicameralismo perfetto e con il sistema tripolare chi vince alla Camera non vincerà al Senato. Quindi l'Italia sarebbe condannata o all'ingovernabilità o alle larghe intese». Ospite di “Porta a Porta” (Rai1) in onda questa sera , il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, commenta così i sondaggi che vedono una leggera prevalenza degli sfavorevoli alla riforma costituzionale: 51,5% contro 48,5% (Ipr Marketing) e 52% contro 48% (Istituto Tecnè). Per convincere gli scettici, soprattutto all’interno del Pd, c’è la promessa del premier che garntisce modificheall’Italicum dopo il 4 dicembre.
Il ministro: sì a premio alla coalizione e non alla lista
La direzione Pd, ricorda Franceschini - considerato l’azionista di maggioranza del premier all’interno del partito - « ha manifestato disponibilità a modificare l'Italicum, ma ricominciare da zero no...». Quello che si piò fare è però «rendere la legge più funzionale al nostro sistema, per esempio assegnando il premio alla coalizione e non alla lista, perché così sarebbe più coerente sull'assetto del centrodestra e anche con il nostro. Ma non c'è alcun nesso con il referendum», conclude Franceschini. Per Franceschini, il risultato delle urne di dicembre non minaccia neanche la stabilità del governo: «In caso di vittoria del No penso che il governo non dovrebbe dimettersi», spiega,, perchè «il governo si batte alle elezioni, non si usa una riforma per buttar giù un governo».
Franceschini: investitori attendono esito per valutare governabilità
A Matteo Salvini, anche lui ospite della trasmissione, il ministro ricorda che il referendum «arriva prima delle elezioni in Francia e in Germania», ed avrà certamente «un impatto sull'Europa come la Brexit», ed è usato in questo senso dal leder della Lega Nord, «ma io non sono d'accordo con lui». «Gli investitori - aggiunge - aspettano il referendum per vedere se ci sarà una stagione di ingovernabilità o meno».
Salvini: «Chi non vota a Referendum aiuta Renzi»
Da parte sua, Dalvini approfitta del confronto con Franceschini per ribadire il suo No al referendum, stupito chegli italiani «nonostante il lavaggio del cervello da parte di Renzi che nemmeno nel Ventennio Mussoliniano..., siano ancora per il No al referendum». Il premier «è in televisione dalla mattina alla sera e, nonostante questo, gli italiani si informano», ironizza prima di lanciare un appello ai connazionali: «Chi non vota al referendum aiuta Renzi. Chi pensa di non votare per andare contro Renzi si sbaglia, perchè al referendum costituzionale non c’è quorum». Da escludere invece un riavvicinamento con l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con il quale non è in programma nessun incontro. «Non è piu' tempo di vertici - taglia corto il segretraio federale della Lega - piu' che fare vertici, incontrerò imprenditori, artigiani, medici per spiegare perchè bisogna votare No al referendum».
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