WASHINGTON - È un endorsement in piena regola quello che il presidente americano Barack Obama ha fatto oggi nei confronti del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi durante la conferenza stampa nel Rose Garden della casa Bianca, subito dopo i colloqui a due che hanno preceduto la cena di gala della sera. Su referendum, crescita e migranti Renzi non avrebbe potuto chiedere e ottenere di più. Fin troppo evidente lo scopo del presidente uscente: lasciare nella sua eredità politica la traccia tangibile del forte rapporto tra Stati Uniti e Italia quale motore essenziale delle riforme in Europa, alleato fondamentale nella lotta al terrorismo, alla stabilizzazione del Mediterraneo, nella Nato e nelle missioni internazionali.
Renzi al timone a prescidenre dal risultato del referendum
«Matteo Renzi resti al timone prescindere dal risultato del referendum». Così Obama si è espresso sul futuro politico di Renzi che secondo il presidente americano «incarna una nuova generazione di leadership europea». Nessun dubbio da parte di Obama sul fatto che il futuro politico di Renzi non debba essere legato all’esito del referendum che secondo il premier italiano servirà per «combattere la burocrazia, ridurre i costi della politica e avviare un processo di riforme anche in Europa». Il 2016, ha ironizzato Renzi, «non è un anno felice per organizzare il referendum. Ho idea che gli americani siano piu' preoccupati del voto dell'8 novembre rispetto a quello del 4 dicembre».
Aumentare crescita e investimenti in Europa
Obama e Renzi condividono anche la necessità di aumentare crescita e investimenti in Europa. «È una necessità per gli Stati Uniti e una necessità per il mondo – ha detto Obama – avere una Unione europea forte e prospera». Sul tema Obama e Renzi condividono la stessa agenda. «Siamo d'accordo – ha precisato Obama - sul fatto che sia necessario che il nostro focus rimanga sulla crescita, sulla creazione di posti di lavoro e sulla prosperità». Secondo Obama «c'è un legame tra ristagno economico e alcuni degli impulsi meno costruttivi e più populisti che stanno emergendo e queste tendenze in Europa mi stanno preoccupando». A giudizio di Obama il presidente della Bce Mario Draghi «sta facendo un buon lavoro ma la politica monetaria da sola non è sufficiente». Serve un coordinamento tra le forme di monitoraggio e le politiche fiscali.
Sui migranti generosità degli italiani
Anche sui migranti Obama ha dato atto della generosità con cui l’Italia sta salvando centinaia di migliaia di vite umane nel Mediterraneo guidando l'operazione navale Sophia. «Un suggerimento che posso dare – ha aggiunto il presidente americano - è che non ci può essere situazione in cui Italia, Grecia o Germania sostengono tutto il fardello» della crisi dei migranti. «L’Ue deve essere unita nel bene e nel male, deve sostenere i costi e non solo i benefici, credo che l'Ue sia in grado di fare ciò e di non lasciare questo fardello a un solo Paese. Ci deve essere solidarietà nel bene e nel male». Posizione più volte espressa da Renzi che ha annunciato come l’Europa deve rimettere al centro le politiche verso il Mediterraneo e l'Africa a cominciare dal prossimo Consiglio europeo di giovedì prossimo. Per quanto riguarda l’Italia Renzi ha ricordato che sono stati aumentati i fondi in dotazione alla cooperazione allo sviluppo che porteranno gli aiuti italiani ai Paesi più poveri dal settimo al quarto posto tra i donatori principali.
Obama: Trump smetta di lamentarsi
Ma le domande per Obama da parte della stampa americana sono state quasi tutte su Donald Trump e le sue accuse su “elezioni truccate”. «Una delle cose più grandi della democrazia americana – ha risposto Obama - è che abbiamo una vigorosa lotta politica, ma chi perde poi riconosce la sconfitta e si va avanti, perché la democrazia funziona con il consenso, non con la forza. Non ho mai visto un candidato presidenziale cercare di screditare le elezioni prima del voto. Non ha precedenti. Non si basa sui fatti». Se «le cose andranno male, accuserà qualcun altro. Ma non è questo il modo di fare. Suggerirei a Trump di smettere di lamentarsi. E se dovesse vincere, mi aspetto che Hillary Clinton prometta di lavorare con lui per l'America».
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