Italia

Pensioni, uscita anticipata possibile anche ai part-time

  • Abbonati
  • Accedi
Le misure sulla previdenza

Pensioni, uscita anticipata possibile anche ai part-time

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

L’anticipo pensionistico (Ape) che debutterà in maggio potrà essere acceso anche da lavoratori intenzionati a mantenere l’impiego o che trasformino il loro contratto in un part time o in un’altra forma più leggera. L’opzione vale per la cosiddetta Ape volontaria, cui si potrà accedere con 63 anni di età e 20 di contributi minimi, ovvero quando ci si trova a non più di 3 anni e 7 mesi dal diritto alla pensione di vecchiaia. Altro requisito da rispettare (anche per l’Ape d’impresa) è il livello minimo dell’assegno pensionistico di cui si beneficerà dopo il prestito-ponte al netto del rimborso: dovrà essere non inferiore a 700-800 euro netti.

Il prestito ponte, ottenuto dopo che l’Inps ha certificato la data di partenza e il valore della futura pensione di vecchiaia, può essere pari anche a una frazione del futuro assegno pensionistico, per esempio il 50%, per integrare appunto il reddito da lavoro ridotto dalla eventuale scelta di passaggio a un contratto a tempo parziale. L’Ape volontaria ha un costo che dovrebbe oscillare tra il 4,6 e il 4,7% per ogni anno di anticipo, e dovrà essere rimborsato come noto in vent’anni con un prelievo sulla pensione finale. Il costo comprende sia il Tasso annuale nominale (Tan) sia il premio assicurativo sul prestito bancario, a copertura dell’ipotesi di pre-morienza del beneficiario. Questi due valori non saranno indicati nella legge di Bilancio attesa in Parlamento ma arriveranno con gli accordi-quadro che dovrebbero essere chiusi nei prossimi mesi con Abi e Ania.

Il costo dell’Ape sarà in parte compensato con una detrazione in quota fissa del 50% sulla quota interessi pagata dal pensionato, che diventa un credito di imposta in caso di incapienza. Questi sgravi valgono anche nel caso di accesso all’Ape d’impresa, quella cioè accesa sulla base di un accordo tra le parti e i cui costi saranno parzialmente sostenuti dal datore di lavoro attraverso un versamento all’Inps di una contribuzione correlata alla retribuzione del dipendente prima della chiusura del contratto.

C’è un altro requisito che bisogna rispettare per accedere all’Ape volontaria o d’impresa: l’assegno pensionistico di vecchiaia che si avrà al termine del “prestito-ponte”, al netto della quota di prelievo per il rimborso, non dovrà essere inferiore a 1,4 volte il minimo (circa 700-800 euro); un limite voluto per evitare situazioni di “rischio povertà” dei beneficiari.

Con la chiusura degli accordi-quadro con banche e assicurazioni sarà attivato un fondo di garanzia al ministero dell’Economia per abbattere il “rischio credito” e il “rischio di controparte” sulle assicurazioni. In particolare, poiché il prestito bancario rientra nella categoria del credito al consumo, che prevede requisiti di patrimonializzazione al 75%, grazie al fondo questi requisiti scenderebbero al 15%.

L’Ape volontaria e l’Ape d’impresa consentiranno in altre parole di sperimentare nel prossimo biennio forme di finanziamento-ponte a basso costo che non solamente apriranno la strada al ritiro anticipato dal mercato del lavoro ma, anche, a scelte di invecchiamento attivo capaci di mantenere tassi di occupazione migliori anche in età più avanzate. Si tratta di opzioni ulteriori rispetto al part-time agevolato introdotto l’anno scorso e che rientrano in pieno nella logica di un sistema pensionistico contributivo nel quale una continuità di versamenti fino all’ultimo anno prima della vecchiaia garantisce, come noto, una migliore valorizzazione della pensione finale.

Prima dell’approdo del Ddl di Bilancio alla Camera, atteso per lunedì, potrebbe materializzarsi qualche altra piccola novità per effetto delle ultime limature che stanno apportando i tecnici. Il capitolo pensioni è infatti uno di quelli su cui la Ragioneria generale dello Stato ha puntato più a lungo i suoi riflettori. Anche negli ultimi giorni sono finiti sotto la lente dei tecnici i perimetri per le categorie dell’Ape social e, in termini di “dote” da garantire, anche la misura di estensione della no tax area. Non è escluso che la partita prosegua a Montecitorio dove i gruppi parlamentari sono già al lavoro sui ritocchi da proporre sulle diverse misure.

© Riproduzione riservata