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Referendum, M5s: il quesito è ingannevole. Pd: confronto…

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dopo la sentenza del tal lazio

Referendum, M5s: il quesito è ingannevole. Pd: confronto nel merito e non inutili slogan

«Il Tar del Lazio non ha bocciato nel merito il ricorso contro il quesito referendario. E il difetto di competenza non esclude che sia fondato. Ecco perché attendiamo ora di conoscere le motivazioni, convinti come siamo di stare nel giusto». Sono le prime dichiarazioni del Movimento 5 Stelle, a seguito dell’inammissibilità, «per difetto assoluto di giurisdizione», del ricorso presentato al Tar del Lazio da M5s e Si sul quesito referendario.

Crimi: il quesito è ingannevole
«Il problema rimane: il quesito è ingannevole e il governo è stato truffaldino e arrogante. Siamo alla truffa 5.0. Valuteremo nel merito con gli avvocati se intraprendere ulteriori azioni. Non ci fermeremo», ha dichiarato il senatore M5s Vito Crimi a proposito della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso contro il quesito referendario.

Il legale: i giudici non hanno avuto coraggio
Secondo l’avvocato Luciano Vasques, uno dei legali che hanno presentato al Tar il ricorso di M5s e Si, «i giudici amministrativi non hanno avuto il coraggio di affrontare il tema, sostanzialmente hanno chiuso la possibilità di una tutela giurisdizionale, evitando peraltro una legittima remissione alla Corte costituzionale». Il rinvio alla Consulta, ha detto Vasques, «avrebbe probabilmente risolto un grave problema di assenza assoluta di tutela verso abusi nella formulazione dei titoli e dei relativi quesiti, nell'ambito di procedimento di referendum costituzionali».

Marcucci: confronto nel merito e non inutili ricorsi
«Il quesito del referendum è del tutto conforme alla legge. I partiti del no si confrontino nel merito della riforma, invece di perdere tempo con inutili ricorsi»,m ha dichiarato il senatore del Pd Andrea Marcucci in merito alla sentenza emessa dal Tar del Lazio.

Pisicchio: no a una guerra di slogan
«Il pronunciamento del Tar non sorprende, è un esito coerente con le premesse. Bastava leggere il titolo durante il lungo dibattito per avere cognizione di quale sarebbe stato il quesito referendario. Ora, messe da parte le querelle giudiziarie, confrontiamoci sul merito della riforma. La modifica di 47 articoli della Costituzione è tema troppo importante per poter essere ridotto a una guerra di slogan», ha detto il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

Formisano: decisione prevedibile
«Come era prevedibile il Tar Lazio ha confermato che il referendum si svolgerà regolarmente. Su questo punto, d’altro canto, alcuni di noi non avevano mai avuto dubbi», ha sottolineato in una nota Nello Formisano, capogruppo alla Camera dei Moderati. «Dopo la pronuncia dei giudici amministrativi, non ci resta che impegnarci tra la gente a spiegare la riforma nel merito».

Codacons: battaglia ora in Cassazione
Dopo la decisione del Tar Lazio «ora la battaglia sul referendum si sposta in Corte di Cassazione» dice il Codacons in una nota. L'associazione dei consumatori ora «attende che la Cassazione, sia l'Ufficio centrale cui si è rivolto con istanza di correzione del quesito, sia le Sezioni unite cui l'associazione ha proposto ricorso per eccesso di giurisdizione, fissino udienza urgente di comparizione delle parti, per esaminare le richieste del Codacons e anche le questioni di costituzionalità che sembrerebbero anche per i giudici amministrativi non manifestamente infondate».
«In questa materia elettorale e referendaria è sempre difficile trovare un giudice che si assuma l'onere di contestare l'operato del governo –afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi- ma alla fine qualcuno dovrà pur decidere, valutando il quesito referendario carente rispetto a quanto previsto dalla legge 352 del 1970».

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