Dopo la presentazione a metà ottobre dei bilanci programmatici per il 2017, la Commissione europea potrebbe decidere già oggi se chiedere maggiori informazioni ai governi la cui Finanziaria non è totalmente convincente agli occhi dell'esecutivo comunitario. Tra questi, vi è anche l’Italia che ha presentato un documento lontano dagli impegni comunitari. Al di là delle formalità e delle schermaglie, l’obiettivo di Bruxelles è di trovare con Roma un compromesso.
Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la scelta non è tanto tecnica quanto politica.
La tempistica nell’analisi dei bilanci da parte della Commissione è chiara. Quest’ultima ha quattro settimane di tempo per fare una analisi compiuta delle Finanziarie nazionali. Nel caso in cui un testo è visibilmente in contrasto con le norme europee e con il Patto di Stabilità, Bruxelles ha due settimane di tempo per respingere il documento e chiederne la modifica.
In questo caso, le regole comunitarie precisano che, prima di decidere la bocciatura, la Commissione europea debba essere in contatto con il governo oggetto dei dubbi. La norma – vala a dire l’articolo 7 del regolamento che disciplina l’applicazione del Patto di Stabilità - non precisa se necessariamente per iscritto. L’esecutivo comunitario deve decidere se e come notificare ai paesi che le loro Finanziarie hanno suscitato dubbi, se non addirittura perplessità.
A ricevere la missiva potrebbero essere alcuni paesi. Tra questi l'Italia (si veda Il Sole/24 Ore di sabato e di domenica). La Finanziaria italiana disattende chiaramente gli impegni di bilancio. Prevede un aumento del deficit strutturale nel 2017 dello 0,4% del prodotto interno lordo, quando l’obiettivo concordato con la Commissione europea era di ridurre il disavanzo strutturale di almeno lo 0,6%. Il governo ha chiesto l’applicazione di diverse clausole di flessibilità di bilancio.
Si può presumere che la lettera, se verrà mandata, avvertirà l’Italia del rischio di non rispetto delle regole del Patto di Stabilità. Si può anche presumere che metterà l’accento sugli aspetti più controversi e incerti: l'andamento del deficit strutturale, le richieste di flessibilità, l’evoluzione del debito pubblico, la presenza di troppe misure ritenute una tantum. L’invio della lettera non pregiudica il giudizio finale sulla Finanziaria. Accadde già nel 2014, senza bocciatura del bilancio programmatico.
Bruxelles è alla ricerca di un compromesso con Roma. Ciò detto, la scelta se inviare o meno la missiva non è banale. Da un lato, la Commissione deve assicurare il rispetto delle regole comunitarie e tenere conto della sensibilità di molti paesi che chiedono l’applicazione rigorosa del Patto di Stabilità. Dall’altro, l’esecutivo comunitario non vuole mettere in difficoltà il governo a ridosso del referendum costituzionale del 4 dicembre, diventato nei fatti un voto di fiducia sul premier Matteo Renzi.
La Commissione è sensibile alla situazione politica ed economica italiana. Sa che il premier Matteo Renzi ha bisogno del sostegno di Bruxelles sul piano interno e sa che l’economia è ancora fragile per sostenere un radicale risanamento del debito pubblico. «L'Italia la sfangherà – spiegava la settimana scorsa con una colorita espressione inglese un esponente comunitario –. Non è ancora chiaro come si adatteranno le cifre. È da notare comunque che mai abbiamo bocciato una Finanziaria tout court».
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