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Legge di Bilancio, il governo lima il testo. Slitta l’approdo…

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manovra 2017

Legge di Bilancio, il governo lima il testo. Slitta l’approdo alla Camera

Il governo sta ancora limando il testo della legge di bilancio. Non appena l'esecutivo partorirà la versione che mette definitivamente a punto le coperture, la manovra potrà passare alla firma del presidente della Repubblica e poi verrà trasmessa alla Camera.

Secondo quanto si apprende, il ministero dell'Economia si potrebbe prendere tempo fino a venerdì e il testo potrebbe arrivare in Parlamento sabato, se non ci saranno ulteriori intoppi. Da qui le proteste dell'opposizione che ha ricordato la scadenza mancata di venerdì scorso.

La legge di Bilancio, quest'anno, si intreccia con il decreto fiscale assegnato oltre che alla commissione Finanze anche alla commissione Bilancio poiché porta in dote una buona fetta di risorse per finanziare le misure della manovra. L'orientamento sarebbe quello di concentrarsi prima sul decreto; ed entrare nel vivo della legge di bilancio non prima che le coperture attese dalle misure fiscali (tra cui la rottamazione dei ruoli di Equitalia) siano assicurate dal voto nelle commissioni. Il decreto, ha stabilito la capigruppo di Montecitorio, arriverà in Aula il 10 novembre e da quel momento la commissione Bilancio, che avrà svolto le consuete audizioni ai primi di novembre, potrà focalizzarsi sulla finanziaria.
Obiettivo del governo sulla legge di bilancio è l'ok a Montecitorio prima del referendum costituzionale. La capigruppo ha deciso che se la manovra verrà trasmessa entro questa settimana l'approdo in Aula potrebbe esserci il 24 novembre e ci sarebbe già un impegno di massima, nella maggioranza, a licenziarla il 26-27 novembre per consegnarla al Senato. Si vedrà se il calendario sarà rispettato.

Intanto sul decreto fiscale si profilano già delle novità con l'esecutivo che sarebbe intenzionato ad accendere il semaforo verde per arricchirlo di nuove misure durante il passaggio parlamentare. Tra le misure che potrebbero entrare c'è l'estensione della rottamazione dei debiti con il fisco ai tanti Comuni che non si avvalgono di Equitalia per la riscossione coattiva.

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