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Terremoto: 25mila sfollati nelle Marche, 3mila a Norcia

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PROTEZIONE CIVILE mobilitata

Terremoto: 25mila sfollati nelle Marche, 3mila a Norcia

Le strade di Norcia dopo la violenta scossa (Ansa)
Le strade di Norcia dopo la violenta scossa (Ansa)

Il numero degli sfollati post-sisma è salito nelle Marche a 25mila. È il dato aggiornato rilevato dai tecnici della Protezione civile dopo l'ultima scossa di terremoto. «Il numero - ha commentato il presidente della regione Luca Ceriscioli - è più che raddoppiato rispetto all'inizio del sisma. Ed è variabile, nel senso che dobbiamo considerare chi è ancora in casa e dovrà uscire e chi viceversa chi potrà rientrare. Ma è un numero enorme di persone». In totale sono 2.200 gli sfollati che con pullman e mezzi propri hanno raggiunto Porto Sant'Elpidio, centro della costa marchigiana in cui sta operando la squadra della Protezione civile nazionale che provvede allo smistamento delle persone che saranno ospitate nelle strutture alberghiere della costa. Ai 25 mila sfollati nelle Marche si aggiungono almeno 3mila sfollati a Norcia, secondo quanto riferito dal sindaco Nicola Alemanno a Sky Tg24. E 400 sfollati in Abruzzo.

Protezione civile mobilitata
La mobilitazione della Protezione civile è a tutto campo: stavolta l'obiettivo non è salvare vite ma assistere migliaia di persone evacuate, scese in strada di corsa, sfollati di ogni genere. La scossa delle 7.41 ha costetto la Protezione civile a dare un'improvvisa accelerata al piano di sostegno alle popolazioni. Quello messo in campo dopo le scosse del 28 ottobre va rivoluzionato, i numeri cambiano. Anche se l'azione in corso di spostare gli sfollati sugli alberghi della costa adriatica continua. Ma occorre subito ampliare il raggio d'azione: visto che oggi c'è stato «il sisma più forte dal 1981» come ha sottolineato il capo della Protezione, Fabrizio Curcio.

Il consuntivo iniziale
Nel primo bilancio fatto a mezzogiorno «per fortuna non ci sono vittime e una ventina di feriti, di cui alcuni in codice giallo». Ma per Curcio le priorità sono due: una immediata, la gestione dell'esodo di tutti gli sfollati e gli evacuati. Occorre raccogliere tutte le persone nelle città rase al suolo o del tutto inagibili e aiutarle a trascorrere la notte. Le frazioni della vasta zona colpita oggi dalla forte scossa sono state «tutte prevalentemente raggiunte, qualcuna è ancora isolata dal punto di vista stradale ma non risultano situazioni difficili». Non mancheranno i cittadini, soprattutto quelli più anziani, che tenteranno di fare resistenza, come è già successo.

Strade non più percorribili
Con un problema ulteriore: «i danni alla viabilità fortemente compromessa nelle aree colpite dal terremoto di questa mattina». Si conferma: «La Salaria è interrotta in più punti». Scatta l'appello a non intraprendere viaggi in quelle strade. Perché è un rischio, un problema per i soccorritori, deve essere garantito il passaggio dei mezzi pubblici per i soccorsi.

Un esodo da governare

Il soccorso a chi è stato colpito stamattina è un'urgenza drammatica, come si intuisce dalle parole di Curcio: «L'assistenza alle persone colpite dal terremoto deve avvenire fuori da quest'area, e non solo sulla costa. Valutiamo le soluzioni che i sindaci ci indicano come migliori». Altro effetto delle scosse di stamane, «sono disalimentate al momento circa 15mila utenze elettriche». Sarà un esodo e si tratta ancora di capire come gestirlo. Si andrà avanti per soluzioni successive.

Sale operative a pieno regime

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, è rientrato a Roma per incontrare, nella sala operativa al Viminale, i vertici dei Vigili del Fuoco e il Capo della Polizia. Punto di coordinamento anche sulla situazione della viabilità stradale. «Ci sono 1.300 uomini in campo» ha reso noto Alfano. Mobilitate anche le squadre del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. La Dicomac, direzione di comando e controllo della Protezione civile, è riunita in modo permanente a Rieti.

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