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X Factor, fuori Les Enfants, la boy (scout) band che suona…

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X Factor, fuori Les Enfants, la boy (scout) band che suona minimalista

La nomination è l'anticamera dell'eliminazione. Vecchia inesorabile legge dei talent show che ieri, nella seconda puntata di X Factor 10 andata in onda su Sky Uno, ha trovato la sua ennesima applicazione: sono usciti Les Enfants, la band di boy scout milanesi un po' Coldplay, un po' Bastille, un po' Imagine Dragons. Un po' di tutto e nulla di troppo definito. Minimalismo da minimo sindacale.
Sì, proprio quelli con il batterista cantante «come non è mai più successo dopo Phil Collins», secondo il giudice di riferimento Alvaro Soler. Per confutare siffatta affermazione verrebbe da scomodare gente del calibro di Levon Helm, Don Henley e Franz Di Cioccio. Come? Stiamo andando fuori tema? Non ve la prendete: il fuori tema è stato il tratto distintivo della puntata. Ma voliamo basso ché siamo a X Factor e stiamo parlando di Les Enfants che già sette giorni fa si erano giocati il ballottaggio spuntandola e ieri hanno finito per pagare pegno. Hanno aperto la prima manche risultando timidissimi nella cover di «Of the Night», arrangiata alla Bastille. Per Manuel Agnelli si tratta di «uno tra i pezzi più brutti della storia della musica, anzi: della storia, perché la musica qui non c'è mai entrata». Comunque la si pensi, è un vestito che calza male a questi quattro giovanotti improbabilmente abbigliati. Allo scontro finale si sono trovati davanti Caterina, concorrente Under Donna cui Fedez aveva affidato «Don't know why» di Norah Jones. Che azzardo: Sweet Norah canta sempre senza strafare, diversamente da qualsiasi altra cantante al mondo. Caterina rende il pezzo molto più convenzionale, insistendo su un ritornello arrabbiato del quale non si sentiva affatto bisogno. Come dire: siamo a una specie di «sanremizzazione» di Norah Jones. Al ballottaggio Les Enfants portano la springsteeniana «I'm on fire», Caterina prende la chitarra e va sul sicuro con «Summertime Sadness» di Lana Del Rey. I giudici si dividono – Soler e Agnelli per Les Enfants, Fedez e Arisa per Caterina -, si va al Tilt, con il pubblico che salva la ragazza a discapito della band.

Tema della serata: il fuori tema
Tirando le somme, la serata potrebbe recare come sottotitolo «accostamenti improbabili». Spesso a discapito dei concorrenti. Loomy rappa su un mash up tra «Ghost» e «Could you be loved» di Bob Marley. Operazione ardimentosa ma almeno il ragazzo appare credibile, alla faccia delle perplessità che accompagnarono il suo ingresso in gara. Per ora un senso ce l'ha, resta da vedere quanto potrà durare in competizione. Scelta coraggiosa quella di Agnelli che affida a Eva «Don't wanna fight» degli Alabama Shakes. Il pezzo mette in risalto il timbro assai caratteristico della ragazza. Gaia dà prova di notevole personalità su «Human» di Rag ‘n' Bone Man. La concorrente Under Donna prenota un posto in finale. Stesso dicasi per i Daiana Lou, per nulla spiazzati dal doversi cimentare con un pezzo di fatto ignoto al pubblico italiano come «Running with the Wolves» della 19enne norvegese Aurora. Il duo resta tra le proposte più interessanti dell'edizione. Silva Fortes protagonista di un esperimento ambizioso su «Another way to die» di Jack White e Alicia Keys. Per qualcuno si allontana troppo dal suo territorio musicale di appartenenza. Se così è stato, evviva gli sconfinamenti.

Agnelli e l'autocelebrazione degli Afterhours
Felici eccezioni anche Fem, che sfoggia un grandi soluzioni coreografiche su «Latch» dei Disclosure, e Roshelle, aggressiva e supetecnica nel domare una brutta bestia rap come «Animal» di Yelawolf. Poi ci sono cose che noi umani non possiamo neanche immaginare. Cosa c'entrano per esempio i Soul System con «All that she wants» di Ace of Base? Nulla probabilmente: viene spontaneo girare la domanda a Soler, responsabile dell'abbinamento. In ogni caso i ragazzi se la cavano. Meglio di Andrea che avrebbe dovuto omaggiare Agnelli eseguendo «Ballata per la mia piccola jena» degli Afterhours. Il prodotto finito dell'esperimento lascia parecchio a desiderare e il maestro di chitarra lucchese che concorre per gli Over sfiora il ballottaggio. Caro Manuel, va bene un po' di ribalta mainstream per il tuo songbook, ma il ragazzo ha talento da vendere e sarebbe un imperdonabile spreco mandarlo a casa anzitempo. Morale: facciamogli cantare qualcosa che gli sia più congeniale.

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