Italia

Salvini a Firenze: «Candidato premier? Se chiedono ci…

  • Abbonati
  • Accedi
i movimenti nel centrodestra

Salvini a Firenze: «Candidato premier? Se chiedono ci sono». A Padova cade la giunta

Camicie verdi nel cuore di Firenze, la città di cui è stato sindaco Matteo Renzi. In piazza Santa Croce, per la manifestazione organizzata dal Carroccio come partenza di un progetto di centrodestra, confluiscono dalla tarda mattinata decine di militanti. Parla già prima di salire sul palco Matteo Salvini. E si dice pronto per la leadership. «Se me lo chiedono io ci sono. Non è più tempo di rimandare, tentennamenti, dubbi, paure. Non abbiamo paura. Oggi comincia una lunga marcia».

«Noi vogliamo che gli italiani votino presto»
Molte bandiere, della Lega e anche quelle di Fratelli d'Italia. I leghisti in arrivo dal Veneto improvvisano anche un corteo dal Lungarno alla piazza. Oggi da Firenze «lanciamo un messaggio di futuro e di speranza agli italiani, alternativo a Renzi, alle sue pessime riforme» spiega ancora Salvini. «Io ieri ho girato in lungo e in largo le terre del terremoto, lì non stanno dibattendo sul sì o sul no al referendum. Lì hanno il problema che gli arrivano dei container coi bagni, coi water fuori e a dicembre fa freddo. Quindi, non vedo l'ora che gli italiani boccino questa pessima riforma e poi noi dobbiamo proporre un'alternativa che non guardi al passato». Nell’universo del centrodestra non tutti pensano allo stesso modo. «Leggo delle interviste, in base alle quali Berlusconi non esclude collaborazioni con Renzi o con altri se vince il No. Ecco, noi invece vogliamo che gli italiani votino il prima possibile».

Bacione con selfie a Parisi
Bacione con selfie da Matteo Salvini a Firenze in direzione Stefano Parisi a Padova. «Cosa devo dire ancora a Parisi: gli posso giusto mandare un bacione da Firenze...», risponde il leader della Lega fotografandosi a vantaggio di telecamere in piazza Santa Croce dove è stata chiamata a raccolta la destra “trumpista” del no al referendum. Salvini è stato duro con Forza Italia e la defenestrazione del sindaco di Padova Massimo Bitonci. «In certi casi è sicuramente meglio stare soli che essere male accompagnati. È chiaro che quando qualcuno degli alleati antepone le poltrone al rispetto del voto popolare dei cittadini - sottolinea sui rapporti fra Lega e Fi - un problema si pone e noi qualche riflessione la dobbiamo fare». Ma invita il Pd a non festeggiare. «Il Pd ha poco ironizzare: con i dati dell'Italia su economia e occupazione c'è poco da ridere».

Usa 2016, Salvini: il programma di Trump è come quello della Lega

Il “caso” Padova
Come detto è caduta ieri notte la giunta comunale di Padova, a guida leghista, con sindaco Bitonci. Si sono dimessi, davanti a un notaio, 17 dei 32 consiglieri comunali che hanno sfiduciato il primo cittadino. Si tratta dei rappresentanti Pd, M5S, Forza Italia, Padova 2020, e altri della maggioranza, passati al gruppo misto. Ora si aspetta la nomina di un commissario prefettizio. Bitonci ha già annunciato che si ripresenterà come sindaco.

© Riproduzione riservata