La questione meridionale deve tornare a essere questione nazionale. Con il Sud laboratorio dell'intero paese per una società 4.0. Vincenzo Boccia parla dal palco dell'Assemblea Nazionale sul Mezzogiorno, a Napoli. Ed esordisce apprezzando che si ricominci a parlare di Sud: «Dobbiamo rimettere al centro del dibattito il tema del Mezzogiorno senza soggezione e preconcetti». C'era stato , ha detto il presidente di Confindustria.
Bisogna combattere uno dei «grandi mali» che si colgono, quell'«ansietà che in alcuni territori diventa assuefazione». Bisogna crederci, incalza Boccia. Che descrivendosi «nato a Salerno, di nazionalità italiana e cittadinanza europea», vede il Sud «non periferia d'Italia, l'Italia non periferia d'Europa, ma un paese cerniera» tra Unione europea e Mediterraneo. E' la crescita la chiave di volta: «Non è il fine, ma la precondizione per combattere le disuguaglianze e la povertà», con la consapevolezza che «i destini delle imprese sono legati ai destini del paese». Occorre un'unica politica economica nazionale, che deve essere accelerata dalle politiche regionali per un «progetto paese», utilizzando i fondi strutturali che devono essere aggiuntivi.
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ieri, nel giorno di apertura, aveva lanciato la proposta di assumere 200 giovani nella pubblica amministrazione, accolta da opinioni contrastanti nel governo. Boccia, commentandola, esordisce con una battuta: «Appena l'ho ascoltata, mi sono impressionato». Ma poi approfondisce: «Se si inserisce in un quadro in cui si vuole una nuova Pubblica amministrazione funzionale alla crescita, in una società digitale che si conformi ai principi di Industria 4.0 allora comprendo la proposta di De Luca di inserire 200mila giovani nativi digitali negli uffici pubblici, all'interno di un intervento organico di politica economica che tenga conto dei vincoli di bilancio».
C’è bisogno di modernizzare il paese, ha detto il presidente di Confindustria in alcuni passaggi del suo intervento. E in questo quadro si inserisce, ha spiegato Boccia, anche il sì di Confindustria al referendum: per accelerare l'approvazione delle leggi, perché la stabilità di governo è la precondizione per attuare un'agenda di medio termine per la competitività .
© Riproduzione riservata