La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il decreto legge fiscale collegato alla legge di bilancio. I voti a favore sono stati 272, i contrari 137. Il provvedimento passa ora al Senato. La Camera in mattinata ha votato la fiducia posta dal governo sul testo uscito dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. I votanti sono stati 525, i voti favorevoli sono stati 359, i contrari 166. Il decreto (che prevede, tra l'altro, l'abolizione di Equitalia, la rottamazione delle cartelle esattoriali e la nuova finestra per la voluntary disclosure), dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 23 dicembre.
Stop al «salvagente» per le partite Iva
Ieri le Commissioni hanno risolto il nodo delle coperture mancanti su un paio di norme che hanno obbligato il Governo a rinviare ad oggi il via libera al decreto. Da una parte hanno stralciato dal Dl la modifica al regime forfettario per le partite Iva che prevedeva un salvagente per chi oltrepassava il limite di ricavi o compensi. Il Governo non ha superato i dubbi della Ragioneria sollevati a posteriori, ossia dopo il via libera delle stesse commissioni parlamentari. Discorso inverso, invece, per la norma che prevede l’utilizzo del modello F24 per il pagamento di ulteriori tributi locali, anche con strumenti elettronici e per le entrate diverse da quelle tributarie anche sul conto corrente di tesoreria dei comuni. La copertura richiesta dalla Ragioneria e pari a 15 milioni arriverà dal Fondo per interventi di politica economica.
Confermate le novità su rottamazione cartelle
Restano confermate invece le novità sulla rottamazione delle cartelle e non solo. Saranno ammessi alla sanatoria anche i ruoli affidati fino al 31 dicembre 2016. L’istanza di adesione per chiudere i conti con i concessionari della riscossione senza pagare sanzioni e interessi di mora, dovrà essere presentata entro il 31 marzo 2017. Limite che varrà anche per quanti hanno già depositato la domanda senza beneficiare delle modifiche parlamentari al decreto legge. Tra queste la possibilità di saldare in cinque rate anziché in quattro versando il 70% nel 2017 e il restante 30% nel 2018 e comunque entro il mese di settembre. Si apre poi la strada anche alle multe e ai tributi dei 4.500 Comuni che oggi non riscuotono più con Equitalia. Tra le altre novità le semplificazioni fiscali a partire dall'addio al «tax day» del 16 giugno.
Entra nel vivo iter legge Bilancio
Superato lo scoglio del decreto fiscale entra nel vivo l’iter della legge di Bilancio.
Sui quasi 5mila emendamenti presentati dai gruppi, sono poco meno di 1.500 quelli finiti sotto la scure delle ammissibilità. Circa la metà non ha passato l’esame per estraneità di materia, gli altri per mancanza di copertura. Non ha ottenuto il via libera anche la proposta di modifica avanzata da Ap sul Ponte sullo Stretto, per considerare l’opera una infrastruttura prioritaria per l'interesse del Paese. Bocciata anche quella firmata dal deputato di Scelta Civica, Giulio Cesare Sottanelli, che voleva innalzare da 8 a 30 miliardi la soglia oltre la quale è obbligatoria la trasformazione delle banche popolari in società per azioni. Disco verde, invece, all'emendamento ribattezzato “Airbnb”, che prevede un Registro unico nazionale per i privati che offrono ospitalità nel loro appartamento per un breve periodo, con il pagamento della cedolare secca al 21%. E spunta la tassa comunale per i cani non sterilizzati.
Ritirato emendamento su Imi
Dopo la sconfessione di Renzi, è stato ritirato l'emendamento del Pd, a prima firma Maino Marchi, che prevedeva l’introduzione dell’Imi, l’imposta municipale sugli immobili, che avrebbe sostituito l'imposta municipale propria (Imu) e il tributo per i servizi indivisibili (Tasi) per case signorili, ville e castelli adibiti ad abitazione principale. Una proposta che aveva suscitato la reazione di Confedilizia secondo cui la norma finirebbe per aumentare le tasse. «Oggi ho letto che stiamo per togliere l’Imu per mettere l’Imi, siamo a compro una vocale di Mike Buongiorno... È una cosa che non sta né in cielo né in terra. Noi non aumentiamo le tasse, vogliamo tagliarle», ha detto il presidente del Consiglio.
L’iter della manovra
Non è escluso che le votazioni sulla manovra in commissione possano iniziare venerdì, con un giorno di ritardo rispetto a quanto inizialmente stabilito. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, ha confermato che in ogni caso saranno votati solo gli emendamenti segnalati in un numero massimo di 900, più quelli presentati dalle commissioni che hanno superato l’esame dell'ammissibilità.
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