«Noi siamo disponibili a cambiare la legge elettorale. C'è una proposta del Pd, discuteremo con le forze di opposizione dopo il 4 dicembre, come le forze di opposizione ci hanno chiesto». Parole del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, durante un confronto a Porta a porta dedicato al referendum. «Detto questo, non c'è un presidenzialismo di fatto. Vedremo quale sarà la legge elettorale che il Parlamento approverà, ma comunque anche se resta l'Italicum non c'è un presidenzialismo di fatto.
Contenta con 50,1%? «Vince chi ha voto in più»
«Credo e mi auguro che sia un successo che più italiani possibile vadano a votare, come elemento di vivacità della democrazia. Più cittadini andranno a votare, meglio sarà. Dopodiché la nostra Costituzione prevede che basti un solo voto in più» per vincere un referendum come quello del 4 dicembre. Boschi risponde a Stefano Fassina (Sinistra Italiana) che chiedeva se il governo si riterrà soddisfatto di una vittoria del Sì con il 50,1 per cento. Non è l’unica replica del ministro agli oppositori del Sì. «Non vi piace il proponente della riforma e non questa riforma. È irrealistico dire che fra sei mesi si fa un'altra riforma e lo sapete anche voi. Ci vorranno dieci o quindici anni per fare un'altra riforma, annota Boschi rivolgendosi al fronte del No rappresentato, oltre che dal deputato di SI, da Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, e Anna Maria Bernini, senatrice di Forza Italia.
Anche D'Alema scrive agli italiani all’estero
Intanto anche Massimo D'Alema scrive agli italiani all'estero in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. E li mette in guardia: se passa la riforma sarete esclusi dal Senato. Dunque, anche per i sostenitori del No il voto degli italiani all'estero risulta determinante. E di fatti, come ha già fatto il presidente del Consiglio, a sostegno della propria causa pure D'Alema prende carta e penna e si rivolge direttamente ai connazionali che vivono fuori dall'Italia, ma per sostenere ragioni opposte a quelle del premier. «In questi giorni siete chiamati a votare al referendum per decidere se cambiare oppure no la nostra Costituzione. È una decisione importante per la nostra democrazia e la nostra rappresentanza - scrive D’Alema -. Per “nostra” intendo anche quella degli italiani nel mondo, cioè quella Circoscrizione estero fatta di 12 deputati e 6 senatori che introducemmo durante i governi dell'Ulivo del 1996-2001, con la modifica degli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione, quella oggi in vigore. Con il referendum vi si chiede di cambiare molti articoli della Carta e di rinunciare alla vostra rappresentanza in Senato, poiché il Senato cambierà funzione e rappresenterà quelle autonomie territoriali - Regioni e Comuni - con le quali voi stessi mantenete molti rapporti culturali, affettivi e persino materiali, soprattutto per chi di voi continua ad avere in Italia una casa, un terreno, vi si reca in vacanza o per studiare. Per chi partecipa a scambi culturali o a interscambi commerciali».
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