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Referendum: Renzi, se vince No non temo mercati ma sfiducia

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in basilicata e campania

Referendum: Renzi, se vince No non temo mercati ma sfiducia

«Non mi fa paura cosa succederà sui mercati se vince il no» al referendum costituzionale. «Mi fa paura che cosa accadrà nei mercati rionali» quando «un paese fa prevalere lo sconforto e sfiducia» sulla speranza. Lo ha detto il
premier Matteo Renzi a un'iniziativa per il Sì a Matera. «Questo referendum è importante - continua - non perché si voti sui risultati del governo. I risultati di questi 1000 giorni son lì e poi ciascuno alle elezioni deciderà cosa
fare. Ma adesso si vota per rendere un Paese più semplice, sulla domanda che è scritta sulla scheda referendaria». La visita in Basilicata, seconda tappa Potenza e poi in Campania. Continua il tour elettorale del presidente del Consiglio Matteo Renzi che in mattinata ha partecipato a un'iniziativa per il Sì a Matera, la Città dei Sassi sarà Capitale europea della Cultura nel 2019. «Io non sono soddisfatto» dei dati sulla crescita economica. «Non basta per niente - ha ammesso il premier - perché bisogna fare molto di più soprattutto nel Mezzogiorno. La macchina si è rimessa in moto ma va ancora piano e soprattutto può andare ancora più forte. E l'Italia può guidare l'Europa, se lo aspettano da noi» ha aggiunto ricordando che ieri ricorrevano i 1000 giorni del governo e mostrando le slide con i dati del pil e del lavoro.

Per vincere servono anche i voti a destra e quelli del M5S

Arrivando a Potenza chierisce: «Questo referendum ce lo giochiamo sul filo dei voti. Io sono convinto che la maggioranza silenziosa degli italiani sta con noi» aggiunge. «Basta con quelli che pensano che fare politica sia dire soltanto No, gridare agli scandali. C'è chi magari sbagliando qualcosa prova finalmente a cambiare le cose», afferma il premier ammettendo che con un Pd spaccato, per vincere servono anche i voti a destra e quelli del M5S.
«Se dipendesse dal Pd la vittoria sarebbe assicurata, però non basta e quindi i voti dobbiamo prenderli a destra, da Grillo e dagli altri partiti. Gli italiani devono essere convinti che la riforma è per il Paese, per i nostri figli». Dentro il Pd puntualizza poi « checché ne dica qualche vostro conterraneo, la stragrande maggioranza è a favore di questo referendum» aggiunge riferendosi a
Roberto Speranza, esponente della minoranza Dem che è per il No.

Renzi,è Sì o Mai,se vince No crocione su riforme
«Perché questa riforma è importante? Perché si permette all'Italia di essere più semplice» ripete il presidente del Consiglio. «Votate per chi vi pare, ma nella consapevolezza che questi 15 giorni che ci separano dal referendum intere generazioni li hanno aspettate, i vostri figli e nipoti li aspettano - ha affermato
il premier - perché se vince il No possiamo metterci un crocione sulle riforme».

Matteo Renzi resterà alla guida del governo solo se ci saranno le condizioni per continuare a «cambiare» il Paese. Il premier parlando a Potenza ribadisce che in caso di vittoria del no al referendum lui prenderebbe atto che non c'è volontà di riformare il paese e lascerebbe il timone «ad altri più bravi a galleggiare, a quelli di prima». Ha spiegato Renzi: «Se vince il no - non è un problema di personalizzare o non personalizzare - se c'è da avere un sistema in cui c'è da fare l'inciucio, l'accordo... non sono adatto. A galleggiare non sono bravo, o mi fate nuotare oppure ci sono persone più brave di me a galleggiare. Non è pensabile che si possa vivacchiare, l'Italia deve cambiare. Io non faccio politica per tenermi aggrappato alla poltrona, se non si può cambiare ditelo: mandiamo gli altri, tenetevi quelli di prima».

Renzi,lettera Sì a tutti, querelo chi dice soldi Stato
«Manderemo a casa di tutti un depliant» per il Sì al referendum. «E tutti quelli che dicono che spendiamo soldi pubblici per farlo li quereliamo, poi facciamo un bellissimo fondo e diamo in beneficenza il risarcimento danni» ha aggiunto Renzi mostrando a Potenza anche come sarà il volantino, che illustrerà cosa cambia in caso di vittoria al referendum: «Se vince il No non cambia nulla», c'è scritto.

M5S: Renzi, quelli di firme false e complotto frigoriferi =
Il segretario del Pd, Matteo Renzi, respinge le accuse dei grillini sul rischio «fascismo e dittatura» in caso di vittoria del Si' e attacca: «l'accusa ridicola e offensiva, soprattutto per quei Paesi che hanno provato la repressione della dittatura, proviene da un partito che sta difendendo le firme false e il gruppo al Senato per non far saltare l'ufficio di comunicazione e che grida al complotto per i frigoriferi in strada a Roma. Volevano cambiare la politica, ma stanno cambiando solo la geografia. Infatti, vogliono dal Papa l'affitto per i musei vaticani che, appunto, sono nello Stato Vaticano e non in Italia. I loro elettori non possono che votare No».

Io al governo perché non sapevano dove sbattere testa
Ripercorrendo la nascita del suo Governo ha ricordato: «Hanno chiamato me al governo perché non sapevano dove sbattere la testa. Il Paese era bloccato, le riforme erano bloccate. Noi stiamo facendo quello per cui siamo stati chiamati, questa storia del referendum nasce dalla ragione sociale del governo» ha detto il premier ammettendo: «Di sbagli ne faccio, come tutti, ma io credo che il mio Paese possa avere un futuro diverso, migliore. Per questo do tutto me stesso».

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