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Dossier Referendum, Renzi: se va male non sarò della partita

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Dossier | N. 118 articoliReferendum costituzionale

Referendum, Renzi: se va male non sarò della partita

«Io ho 41 anni, tutte le mattine mi sveglio in questo palazzo e dico grazie. Ma sto qui se posso cambiare le cose. Non sto qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Non ho niente da aggiungere al curriculum vitae». Così Matteo Renzi, presidente del Consiglio, nel suo #matteorisponde, appuntamento periodico con i lettori su Twitter e Facebook. «Se vince il No accadrà che rimane tutto uguale, - ha aggiunto il presidente del Consiglio - ma è chiaro che la fisiologica instabilità italiana produrrà una classe politica aggrappata alla poltrona». Poi ha precisato: «Non sarò della partita nel caso in cui le cose vadano male, dico No agli inciuci», ribadendo la sua indisponibilità a guidare governo tecnici o di scopo. Quanto al video-appello di Grillo, che ha attaccato frontalmente il governo, parlando di « serial killer che vogliono attentare alla vita dei nostri figli», Renzi ha replicato parlando di «una frase a effetto», per far sì che «nessuno parla più delle firme false».

Renzi: io antipatico? Votate pensando vostri figli
Renzi, che da settimane sta cercando di spersonalizzare la campagna referendaria, ha invitato a stare al merito del quesito referendario: «Volete votare Forza Italia, Movimento Cinque Stelle, Sinistra Italiana? Fatelo - ha detto. Se vi sto antipatico io, vi capisco. Ma al referendum votate pensando ai vostri figli, perché questa occasione non ricapita» ha aggiunto il presidente del Consiglio, che ha rimesso alle sue spalle la bandiera dell’Europa, riferendosi indirettamente alle polemiche suscitate dalla “sparizione” delle bandiere stellate dell’Unione Europea durante una recente diretta Facebook. «Vogliamo che quella bandiera dell'Europa che abbiamo rimesso sventoli. Ma per sventolare, l'Europa deve cambiare politica sull'immigrazione», ha scandito il premier.

No a governicchio: «Non sono tipo che vivacchia»
Con il voto referendario ormai alle porte - si vota domenica 4 dicembre - il premier non perde occasione per ribadire i vantaggi della riforma e le conseguenze negative per il paese in caso di bocciatura alle urne. Il punto, ha spiegato, «è che se il referendum passa l’Italia ha una forza e una solidità», senza precedenti mentre «se non passa nulla di male ma ci teniamo questo sistema» che «stiamo provando a cambiare». Io, ha ribadito rilanciando una sua dichiarazione di qualche giorno fa, «non sono un tipo che vuole vivacchiare, io ci sto per cambiare le cose, non per stare in un governicchio». In altre parole, «se dobbiamo tornare a quelli di prima, alla logica dei veti, questo non fa per me» aveva già detto questa mattina il presidnete del Consiglio intervistato a Radio 24 intervistato da Oscar Giannino e Alessandro Milan.

Renzi: riflesso politico ci sarà, chiunque vinca
«Il riflesso politico ci sarà sia che vinca il Sì, sia che vinca il No. Il problema se vince No è semplice: nella Costituzione rimane tutto com’è, il Parlamento più costoso del mondo e un sistema totalmente arzigogolato e il trionfo della burocrazia. Vorrei che questo fosse il tema, se si parla - talvolta anche per colpa mia - solo di cosa succede il giorno dopo, non facciamo un servizio ai cittadini». Questa l’analisi anticipata della situazione politica post referendum esposta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi intervistato questa mattina a Radio 24 intervistato da Oscar Giannino e Alessandro Milan.

Veto bilancio e migranti, linea più morbida con Bruxelles
Sempre sul fronte delle conseguenze politiche del voto referendario Renzi ha da un lato ammorbidito la sua linea intransigente nei confronti dell’Europa, che prevede il veto italiano sul bilancio europeo se Bruxelles non cambierà atteggiamento sull’accoglienza dei migranti e sull’asterity di bilancio ( «non sono minacce ma amorevoli consigli, graziosi suggerimenti agli amici europei») dall’altra ha escluso ogni soluzione di compromesso per il dopo voto, e in particolare l’ipotesi di un governo tecnico se dovesse vincere il No. «Ci siamo spaccati la schiena», ha spiegato il premiere e ora «o l'Italia gioca d'attacco oppure se dobbiamo continuare con “ce lo chiede l'Europa” riprendetevi il governo tecnico, erano così bravi loro...».

Renzi: referendum non è su di me, rispetteremo l'esito

Governo Renzi campione della lotta all’evasione fiscale
Consapevole del fatto che il referendum di inizio dicembre sarà anche una sorta di giudizio popolare sui riusltati del suo governo il premier ha poi sottolineato due temi caldi: lotta all’evasione e taglio delle tasse.

“Il mio governo è quello che ha fatto il risultato migliore nella lotta all'evasione fiscale, è il governo che ha preso più soldi di tutti”

Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei ministri 

«Il mio governo è quello che ha fatto il risultato migliore nella lotta all'evasione fiscale, è il governo che ha preso piu' soldi di tutti», ha ribadito Renzi nel corso dell’intervista, spiegando che «il punto chiave» sta nel fatto che «in questi due anni e mezzo le tasse sono andate giù». Per Renzi infatti «tassazione non è aumentata a livello statale», anche se nel primo anno del suo govverno «le aliquote regionali sono continuate a crescere», anche se apartire dal 2016 l’Esecutivo ha impedito agli Enti locali di aumentarle». «L'ultima volta l'Iva è aumentata nell'ottobre 2013», ha concluso il premier sottolineando che «noi faremo di tutto per eliminare le clausole di salvaguardia».

L’apertura sulle comunicazioni Iva trimestrali
Dal premier è arrivata poi un’apertura sugli obblighi trimestrali di comunicazione per le partite Iva previste dal decreto legge fiscale all’esame in seconda lettura del Senato. Da un lato «le opinioni del Mef e i dati della Ragioneria dello Stato dicono che con un metodo diverso come le comunicazioni trimestrali sarà più semplice incassare denaro perché si eviterà l'evasione», ha sottolineato Renzi. Dall'altro lato «gli esercenti ci dicono ”attenzione, perché sono un di più di adempimenti”. In fase di legge di stabilità stiamo discutendo su che si può fare per combinare le due esigenze», ha concluso il premier.

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