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Lega, Bossi chiede congresso: «La base non vuole più…

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Acque agitate nel Carroccio

Lega, Bossi chiede congresso: «La base non vuole più Salvini»

Acque agitate nella Lega. «Rischia di cambiare la Lega? No, rischia di cambiare il segretario, la base non vuole più Salvini, non vuole più uno che ogni giorno parla di un partito nazionale». Lo ha detto il presidente della Lega, Umberto Bossi, a margine della festa per i 30 anni della prima sede del Carroccio.

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Il 16 dicembre scade il mandato di Salvini
Bossi ha chiesto che si tenga il congresso federale al più presto, visto che «il 16 dicembre scade il mandato di Salvini». E chi dev'essere il nuovo segretario? «Lo deciderà il congresso - ha risposto Bossi -. Il congresso è sovrano».

Al referendum bisogna votare “no”
Al referendum costituzionale, ha detto Bossi, «bisogna votare No». E «penso che arriverà una valanga di “no”, che asfalterà Renzi». Il presidente del Carroccio è convinto che Renzi sarà sconfitto non tanto per il testo della riforma della Costituzione, quanto «perché la gente voterà contro il Governo che ha distrutto il Paese, bisogna guardare i numeri del lavoro». A Bossi è stato anche chiesto in che cosa il premier sia diverso da Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi aveva definito Renzi l'unico altro leader in circolazione. «Renzi è sfacciato, fa troppa pubblicità a se stesso - è stata la risposta del fondatore della Lega -. Fa così ma poi è uno che non è capace di fare le cose. I numeri lo condannano».

Salvini dal 5 in giro per l’Italia per le primarie
Intanto Matteo Salvini, segretario della Lega, intervistato da Massimo Giletti su Rai1 ha detto che «Le primarie si devono fare. Non è più tempo di leader scelti al tavolino, nei salotti o in cantina. Devono decidere gli italiani. Come decidono la Costituzione, devono decidere anche chi sfida Grillo e Renzi. Servono primarie, io dal 5 dicembre, comunque finisca, vado in giro per l'Italia». «Ogni scelta - ha insistito Salvini - deve passare dagli italiani. Chi sfida Renzi devono sceglierlo gli italiani, da Milano a Reggio Calabria».

La riforma rende il Senato un dopolavoro per sindaci e consiglieri regionali
«La riforma rende il Senato un dopolavoro per sindaci e consiglieri regionali, e regala loro immunità...», ha attaccato Salvini. «Dell’Italia degli Alfano, dei Verdini e dei tromboni traditori che cambiano casacca ne ho le tasche piene», ha detto ancora, aggiungendo che «i 2/3 dei giovani italiani votano No perché tengono al loro futuro». I cittadini, ha aggiunto, «sono sovrani, i ricorsi non servono. Il risultato va riconosciuto, perché gli italiani sono sovrani».

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