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Firme false M5s, salgono a 13 gli indagati a Palermo. Grillo in piazza

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Firme false M5s, salgono a 13 gli indagati a Palermo. Grillo in piazza

È salito a tredici il numero degli indagati a Palermo per le firme false alla lista del M5s alle Comunali del 2012. Oltre ai dieci nomi resi noti nei giorni scorsi risultano iscritti nel registro Pietro Salvino, marito della deputata Claudia Mannino, e Giulia Di Vita, anch’ella eletta alla Camera. Non è noto il nome della terza persona.

Mannino non risponde agli inquirenti
Oggi secondo giorno di interrogatori in Procura per il caso delle sigle ricopiate. Ma, secondo alcune accuse anche “clonate”, cioè raccolte in altre circostanze - a sostegno dei quesiti referendari, ad esempio - e utilizzate per la presentazione delle liste. Mannino si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti ai pm che l'avevano convocata e la parlamentare si è anche rifiutata di rilasciare il saggio grafico richiesto dai magistrati. Stessa scelta per Pietro Salvino, attivista del Movimento recentemente indagato (tre gli indagati che non hanno risposto ai magistrati sinora). E il deputato Riccardo Nuti, il cui faccia a faccia con i giudici non ha superato il quarto d'ora. Nel pomeriggio previsto invece l'interrogatorio dell'avvocato Francesco Menallo, ritenuto “consigliere giuridico” dei pentastellati. Sabato scorso sono state sentite le attiviste Samantha Busalacchi (si avvalsa della facoltà di non rispondere) e Alice Pantaleone la quale ha respinto le accuse.

Firme false M5S, salgono a 13 gli indagati a Palermo

Il sospetto uso consapevole dei falsi
A chiamare in causa gran parte dei soggetti, a partire da Mannino e Nuti, era stata la parlamentare dell'Ars Claudia La Rocca che ha “confessato” nel corso della sua testimonianza, ricostruendo l'operazione di ricopiatura della notte del 3 aprile 2012, scattata dopo che gli attivisti grillini si erano resi conto dell'errore materiale su un luogo di nascita di un candidato. Nel timore che la lista fosse respinta, fu decisa la sostanziale falsificazione delle firme. La Rocca ha chiamato in causa chi avrebbe copiato assieme a lei: fra gli altri, Mannino e Busalacchi, dicendo che l'allora candidato sindaco di Palermo Nuti, sapeva. La Rocca si è autosospesa, come richiesto da Grillo per la verità a tutti i dieci indagati. L'altro deputato regionale autosospesosi è Giorgio Ciaccio: anch’egli ha collaborato ampiamente con gli inquirenti. Contestata la violazione del testo unico 570 del 1960 che punisce non solo chi falsifica materialmente gli atti, ma anche chi fa un uso consapevole dei falsi. Lo scorso 23 novembre la Digos ha depositato in Procura una corposa informativa realizzata sentendo 400 testimoni, con disconoscimenti in massa delle firme apposte alle liste, sigle anche di professionisti ignari, come l'avvocato Fabio Trizzino, genero di Paolo Borsellino

Grillo a Firenze per il Restitution Day
Beppe Grillo è intanto a Firenze per partecipare al Restitution Day organizzato dal Movimento. Scortato da fotografi e cameraman, Grillo ha percorso a piedi il breve tratto che separa piazza San Firenze dalla Signoria. Con lui una decina di parlamentari, tra cui Alessandro Di Battista. «Oltre 80 milioni di ragioni per dire no» è il titolo del comunicato con cui il Movimento 5 Stelle annuncia di aver «rinunciato, restituito e donato oltre 80 milioni di euro» tra rimborsi elettorali e stipendi dei rappresentanti del M5s nelle istituzioni. «Abbiamo lasciato allo Stato una cifra enorme in stipendi dei parlamentari, è la dimostrazione che si può fare qualcosa senza leggi e leggine per passione e per amore verso il prossimo» ha detto Grillo. «Questo Movimento è nato dall'impossibile perché secondo molti era impossibile fare politica senza soldi».

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