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Caos rifiuti, tregua sui vertici Ama

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Caos rifiuti, tregua sui vertici Ama

ROMA

Tregua con i vertici di Ama, la municipalizzata romana dei rifiuti, perché restino in sella almeno fino al 31 dicembre. Subito il bando per la selezione del nuovo direttore generale (l’incarico di Stefano Bina scade il 31 dicembre). E prime proposte per il risanamento di tutte le partecipate, che saranno illustrate oggi dall’assessore Massimo Colomban. Il Campidoglio prova ad arginare così il terremoto scatenato dall’addio dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro e a garantire un minimo di continuità all’azione amministrativa sul fronte ambiente e rifiuti.

Ma le nubi sono dense. La posizione giudiziaria di Muraro si complica, con i pm che stanno vagliando la possibilità di ipotizzare l’abuso di ufficio anche nella funzione di assessora e non soltanto in quella di ex consulente di Ama. Il capo politico del M5S Beppe Grillo, che dovrebbe incontrare la sindaca Virginia Raggi, è gelido: «Muraro? Sono problemi che riguardano il comune di Roma». In assemblea capitolina si sfiora la rissa in apertura della seduta dedicata al bilancio, con il Pd che chiede invano che la sindaca riferisca in Aula sul caso Muraro esponendo il cartello: «Di notte in video, di giorno dorme».

È un vertice a Palazzo Senatorio - cui partecipano Colomban, l’amministratrice unica di Ama, Antonella Giglio, il direttore generale Bina, il management di Acea, la multiutility dell’acqua e dell’energia, e alcuni deputati tra cui Stefano Vignaroli - a portare all’armistizio temporaneo e ad assicurare i piani di breve termine per scongiurare emergenze sul fronte ambientale. L’amministratrice e il Dg di Ama, ai ferri corti, accettano di rimanere almeno fino a fine anno. Giglio, al termine della riunione, difende la macrostruttura di Ama, varata a pochi giorni dalle dimissioni di Muraro e sospettata di aver favorito dirigenti vicini all’ex assessora: «Risponde a principi cardine basilari di razionalizzazione ed efficienza». Gli stessi che saranno evocati oggi da Colomban per il futuro delle partecipate.

Ma è proprio un valzer di poltrone nella società dei rifiuti l’oggetto di un nuovo capitolo di indagine della procura. Valzer che avrebbe avuto lo scopo di acquisire un controllo diretto dell’azienda da parte di Muraro, aggirando nelle decisioni anche gli stessi vertici della partecipata. L’ipotesi che l’ex assessora abbia interferito nelle scelte di Ama potrebbe concretizzare un presunto abuso d’ufficio. Muraro è già iscritta per violazione di reati ambientali (quando era responsabile Aia degli impianti Tmb) e per abuso d’ufficio, ma in riferimento ai contratti di consulenza con la società ottenuti attraverso gli ex dominus Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, entrambi imputati nel processo Mafia Capitale.

Nelle corrispondenze interne all’azienda emergerebbero presunte pressioni svolte da Muraro su alcuni dirigenti. Un caso riguarda il trasferimento in altri uffici di nove impiegati, avvenuto a fine ottobre. La decisione è stata presa per questioni di opportunità da Saverio Lopes e Pietro Zotti, rispettivamente ex capo del personale ed ex direttore operativo, entrambi recentemente demansionati. Successivamente l’ordine di servizio è stato inviato al direttore generale Bina per la ratifica. Tuttavia sull’email di Bina sarebbero arrivate numerose comunicazioni dall’indirizzo di Antonella Giglio, in cui si sarebbe chiesto di bloccare la decisione di Lopes. Una interferenza che sarebbe nata su presunto impulso di Muraro e che però non è stata tenuta in considerazione da Bina, che ha controfirmato l’ordine di servizio per il trasferimento dei nove impiegati.

Sono in molti, alla luce degli eventi, a ritenere improbabile che Muraro possa rientrare al suo posto. E la bufera è tale che persino la lettera inviata da Papa Francesco a tutti i sindaci, Raggi compresa, per ringraziarli della partecipazione al summit sull’accoglienza dei rifugiati, il 9 e il 10 dicembre scorso, viene letta come un riferimento alla tempesta della giunta. Quando il pontefice prega: «Chiedo al Signore di non abbandonarla mai, soprattutto in questo momento difficile».

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