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Etichetta super trasparente per la pasta. Martina: puntiamo a garantire…

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Etichetta super trasparente per la pasta. Martina: puntiamo a garantire i consumatori

Dopo il latte ora tocca alla pasta, una filiera che vale 4,6 miliardi. L'Italia rilancia sulle etichette super trasparenti con l'indicazione dell'origine della materia prima utilizzata. È stato infatti trasmesso agli uffici di Bruxelles il decreto che ricalca quello approvato per il latte a lunga conservazione e i formaggi. Sulla confezione dovrà essere indicato in modo visibile il Paese o l'area dove è stato coltivato il grano e il luogo in cui è stato macinato. Si tratta del risultato raggiunto nella “cabina di regia” della filiera grano pasta istituita presso il ministero dello Sviluppo economico.

Ora via a iter non senza complessità
Il decreto, come spiega una nota del ministero delle Politiche agricole, «è condiviso dai ministri Martina e Calenda». Si avvia così un iter che potrebbe comunque presentarsi lungo e complesso. L'industria infatti non ha mai nascosto le perplessità su una norma la cui applicazione sia limitata all'Italia. Il nostro Paese poi rischia di trovarsi solo a Bruxelles a sostenere questa battaglia. Per il latte, infatti, la strada era stata spianata dalla Francia che aveva presentato prima del nostro governo il decreto con la nuova etichetta per il latte Uht. Il nuovo provvedimento prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia riportino in etichetta le seguenti diciture: Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato; Paese di molitura: nome del paese in cui il grano è stato macinato. Se le fasi di lavorazione fasi avvengono nel territorio di più Paesi si deve precisare: Paesi Ue, Paesi non Ue e Paesi Ue e non Ue. Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l'Italia, si potrà usare la dicitura: «Italia e altri Paesi Ue e/o non Ue». Le indicazioni dovranno essere bel visibili in etichetta e dovranno essere anche indelebili.

Una misura per valorizzare il “ made in Italy”
«Puntiamo a dare – ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina – massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di una filiera strategica per il made in Italy agroalimentare. Con questo provvedimento l'Italia vuole sperimentare per prima un nuovo sistema di etichettatura che valorizzi le nostre produzioni di grano e pasta, come abbiamo fatto con quelle lattiero-casearie. Allo stesso continueremo a spingere a Bruxelles per avere un avanzamento su questo fronte a livello europeo».
«La filiera della pasta è uno dei maggiori protagonisti del made in Italy – ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda - perché testimonia la capacità dei nostri pastai di miscelare grani di origine diversa, così da raggiungere gli alti livelli qualità che caratterizzano la pasta italiana. Il provvedimento, che risponde ad una crescente esigenza di trasparenza e informazione verso il consumatore, consentirà di fare maggiore chiarezza sull'origine del grano e delle semole che caratterizzano la qualità della pasta made in Italy nell'ottica di rafforzare la filiera produttiva e competere con la concorrenza straniera».

L'industria critica: l'origine non è sinonimo di qualità
Ma l'industria è particolarmente critica. L'Aidepi ,che sostiene di aver appreso del decreto solo dalla stampa, ha contestato la scelta del governo. Secondo Riccardo Felicetti, presidente dei pastai di Aidepi «la formula scelta non ha alcun valore aggiunto per i consumatori, L'origine da sola non è infatti sinonimo di qualità, inoltre non incentiva gli agricoltori italiani a investire per produrre grano di qualità con gli standard richiesti dai pastai». Inoltre potrebbe compromettere la competitività del settore pastario. Ma il ministro Martina è stato spinto, con il collega dello Sviluppo economico, ad accelerare l'operazione, forte anche della richiesta di trasparenza che arriva dai consumatori italiani. La consultazione pubblica on line sulla trasparenza delle etichette, lanciata sul sito del Mipaaf e alla quale hanno risposto in 26mila, ha confermato che oltre l'85% dei consumatori vuole indicazioni chiare sull'origine della materia prima, nel caso della pasta sulla provenienza del grano. Anche se la questione è assai complessa. L'offerta di grano nazionale non è infatti in grado di assicurare al 100% né la qualità né i quantitativi richiesti dall'industria di trasformazione. Passi avanti nel segno dell'interprofessione si stanno compiendo ed è proprio di due giorni fa l'annuncio di un accordo su larga scala tra Barilla e gli agricoltori. Ma la strada è ancora lunga.

Stanziamento di 30 mln per il settore cerealicolo
Intanto il ministro Martina continua a preparare il terreno con misure di sostegno per la filiera, in particolare a favore del settore cerealicolo. Per il triennio 2017-2019 sono stati stanziati infatti 30 milioni per aumentare qualitativamente l'offerta di grano italiano e per incrementare la sottoscrizione di contratti di filiera, capaci di garantire una più equa remunerazione del lavoro agricolo e contenenti parametri qualitativi del grano duro conformi con le esigenze produttive dell'industria della pasta. Il ministero precisa che è previsto un aiuto di 100 euro ad ettaro per produttore nei limiti del regime de minimis.

Si punta ad aumentare del 20% le superfici coltivate
L'obiettivo è aumentare del 20% le superfici coltivate coinvolte passando da 80.000 a 100.000 ettari. Per tutelare le imprese dalle crisi di mercato, infine, il Mipaaf promuove una polizza assicurativa per la stabilizzazione del ricavo aziendale. «La misura – spiega una nota - punta a garantire i ricavi dei produttori proteggendoli, oltre che dagli eventi atmosferici avversi, anche dalle eccessive fluttuazioni di mercato. Il ministero si impegna a introdurre tali polizze innovative nel Piano Assicurativo Agricolo Annuale che dà diritto agli agricoltori di ricevere il contributo dello Stato sui premi assicurativi. Sempre in via sperimentale e al fine di favorire lo sviluppo di polizze ricavo, Ismea garantirà la copertura del Fondo di riassicurazione». Soddisfatta la Coldiretti che in questi ultimi anni ha fatto dell'indicazione dell'origine della materia prima il suo cavallo di battaglia. Si tratta – ha detto il presidente Roberto Moncalvo - di un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti per garantire maggiore trasparenza negli acquisti e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione».

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