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Mps, ecco il piano del Tesoro in tre mosse

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LA RICAPITALIZZAZIONE

Mps, ecco il piano del Tesoro in tre mosse

Roma, l'entrata principale della sede del Ministero del Tesoro (Agf)
Roma, l'entrata principale della sede del Ministero del Tesoro (Agf)

Esce il mercato, con le sue prassi, entra lo Stato, con le sue regole Ue. Il percorso dell’intervento pubblico che porterà il Monte dei Paschi di Siena a un rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi collegato alla cessione (o svalutazione) dei NPLs è tracciato: richiesta di aiuto del Monte, decreto del Tesoro che risolve subito con le garanzie il problema della liquidità - per sforare la scadenza del 31 dicembre - e imposta la ricapitalizzazione precauzionale da chiudersi in un arco di 2-3 mesi previo Nuovo Piano Industriale approvato dalla Bce e dalla DG competition.

Fallita la soluzione di mercato, il Monte chiederà formalmente un “sostegno finanziario pubblico straordinario”, appellandosi alla richiesta di questo tipo prevista all’ articolo 59, paragrafo 3 (e) della direttiva BRRD sulla risoluzione e risanamento delle banche. MPS chiederà al Tesoro la ricapitalizzazione precauzionale, prevista dalla BRRD articolo 32, paragrafo (4, lettera (d, punto (iii. Il Tesoro emanerà subito dopo un decreto contenente, tra le altre cose di più ampio respiro, due interventi per il Montepaschi.

Il primo intervento autorizza l’uso di garanzie su prestiti o bond e ha effetto immediato perchè serve a risolvere all’istante il problema della liquidità evidenziato dalla Bce, nodo che non aveva consentito la concessione della proroga al 20 gennaio per l’operazione di mercato. Nel 2017 scadono 12 miliardi di bond del Monte, di cui 3,1 covered bond, 8,5 senior unsecured bond e 370 milioni di subordinati: il primo maxi-senior bond scade il 30 gennaio per 800 milioni di euro. Questa soluzione tempestiva del Mef consente al Monte, risolto il problema pressante della liquidità, di sforare la scadenza del 31 dicembre, entro la quale l’operazione di mercato avrebbe dovuto portare a casa l’aumento di capitale da 5 miliardi (con conversione volontaria dei prestiti subordinati e sottoscrizione di azioni sul mercato) e cessione dei NPLs con prestito-ponte in vista della cartolarizzazione programmata a inizio 2017.

Il secondo  intervento per il Monte, nel decreto del Tesoro, non effettua l’aumento di capitale ma è propedeutico alla finalizzazione della ricapitalizzazione precauzionale, in quanto allestisce un fondo con potenza di fuoco fino a 20 miliardi per questo tipo di soccorso.

Il percorso della ricapitalizzazione precauzionale si articola in più fasi. Il primo passo è dato dalla stesura di un nuovo piano industriale, un testo che potrebbe ricalcare da vicino, o del tutto, l’impostazione del piano industriale presentato già al mercato. Di certo, il nuovo piano dovrà tener conto di un cambiamento sostanziale di governance in quanto l’azionista principale della banca è ora lo Stato. L’obiettivo del nuovo piano industriale comunque resta sempre quello imposto dal Meccanismo unico di vigilanza- Bce di un rafforzamento patrimoniale e un bilancio ripulito dalle sofferenze, con cessione, cartolarizzazione o svalutazione dei NPLs.

Questa procedura ha tempi lunghi, che ieri fonti bene informate stimavano in due- tre mesi. Entro questo arco di tempo il Montepaschi dovrà ottenere il disco verde della Bce sul nuovo piano industriale mentre il governo riaprirà le trattative con Bruxelles e soprattutto con la Direzione Generale sulla concorrenza, per convalidare la compatibilità dell’intervento pubblico con la normativa UE sugli aiuti di Stato. Proprio per questo, il burden sharing (cioè le perdite spalmate tra azionisti e sottoscrittori di obbligazioni subordinate) sarà inevitabile mentre è certo non scatterà il bail-in con perdite inferte anche ai sottoscrittori dei senior bond e detentori di depositi oltre i 100mila euro. Il pericolo del bail-in è stato scongiurato grazie a trattative Roma-Bruxelles iniziate in piena estate, quando esplose il caso del Montepaschi a seguito degli stress test.

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Come prenderà forma il nuovo Piano del Monte in vista dell’ingrasso dello Stato nel capitale? I dettagli sono ancora in fase di scrittura e da definirsi. Stando a fonti bene informate, l’entità dell’aumento di capitale dovrebbe rimanere invariata, attorno a 5 miliardi. Resta da vedere quale sarà il prezzo della conversione forzosa per i detentori delle obbligazioni subordinate della banca, tenuto conto che l’Italia avrebbe già incassato un’apertura da parte della Commissaria Vestager DG Comp sulla possibilità di rimborsare i clienti retail della banca e possessori di bond subordinati.

Altro capitolo è quello delle sofferenze: non è chiaro se l’azionista Stato deciderà di procedere con un’unica maxi-cartolarizzazione dei NPLs da 27,6 miliardi di valore lordo, utilizzando la struttura già imbastita dall’attuale piano. In alternativa le cessioni delle sofferenze potrebbero essere suddivise in più tranches. Da ultimo, il Monte potrebbe decidere - forte dell’intervento pubblico - di non svendere al mercato il portafoglio dei NPLs e di gestire internamente o in outsourcing il recupero del credito.

Il Nuovo Montepaschi, che sarebbe dovuto nascere con l’operazione di mercato, rinvia solo di qualche mese l’avvio a nuova vita.
@isa_bufacchi

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