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Doppia indagine Milano-Monza: perché Amri era lì?

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il tragitto del terrorista

Doppia indagine Milano-Monza: perché Amri era lì?

(Ap)
(Ap)

Che cosa ci faceva Anis Amri alle 3 di notte a Sesto San Giovanni? Il pool antiterrorismo della procura di Milano guidato dal procuratore aggiunto Alberto Nobili sta indagano in queste ore per ricostruire gli ultimi movimenti del terrorista tunisino responsabile dell’attentato di Berlino in cui sono morte 12 persone, tra le quali l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. Il 19 dicembre il camion di cui il killer si era impadronito, dopo aver ucciso l’autista polacco, era piombato sul mercatino di Natale della Breitscheidplatz, ai piedi della “Gedaechtniskirche”, la “Chiesa del ricordo”, nel cuore della parte occidentale di Berlino.

Anis Amri si trovava ieri notte a in piazza I Maggio, vicino alla stazione di Sesto, alle porte di Milano. Era a piedi, apparentemente solo. Alle tre del mattino una pattuglia della polizia lo nota. Si ferma. Gli chiede i documenti. Sembra un normale controllo, uno come tanti, anche se in questi giorni l’allarme antiterrorismo è ai massimi livelli. A Milano, Piazza del Duomo è transennata da jersey in cemento come non si era mai visto, a protezione del mercatino di Natale.

Dunque, i poliziotti pensano a un normale controllo di un extracomunitario che cammina per strada a un’ora insolita. Ma non lo è. Quello non è un normale controllo. Non lo sarà. Il killer di Berlino probabilmente fa finta di niente, cerca di apparire calmo. Ma dallo zaino prende una pistola calibro 22, la inforca, preme il grilletto. Ferisce uno dei poliziotti. L’altro poliziotto spara e lo uccide.
Adesso la procura di Monza indaga sulla sparatoria.

La procura di Milano, invece, ha aperto un’inchiesta per capire per quale motivo il killer di Berlino si trovasse in Italia. Anis Amri era arrivato a Milano dalla Francia, passando per Chambery e per Torino. Poi dalla stazione centrale di Milano si era diretto a Sesto San Giovanni. Ma perché proprio a Sesto San Giovanni? E come ci è arrivato? Dalla stazione centrale di Milano, per arrivare al luogo dove il terrorista è stato ucciso, bisogna percorrere un tragitto lungo sette chilometri e 300 metri a piedi, passando per piazzale Loreto e percorrendo Viale Monza, una lunga arteria che da Milano porta a Sesto San Giovanni, poi viale Ercole Marelli e infine viale Antonio Gramsci, lungo quella che fu la Stalingradi d’Italia. In tutto è un’ora e mezza di cammino per chi ha un buon passo. Oppure ci si arriva in metropolitana, lungo la linea rossa, scendendo alla fermata di Sesto I Maggio. Ma dalla stazione centrale la metropolitana più vicina è la linea verde e bisogna arrivare a piazzale Loreto per cambiare linea e salire sulla rossa che arriva a Sesto.

Ma il terrorista potrebbe essere arrivato anche in treno da Milano, scendendo alla stazione ferroviaria di piazza I Maggio, proprio di fronte alla fermata della metropolitana. Anche su questo lavoreranno gli investigatori. Ma la domanda più importante è un’altra: perché Anis Amri si trovava proprio Sesto San Giovanni? Per ora la procura di Milano non esclude nessuna ipotesi. Forse la casualità, forse altro. C’è anche un’ipotesi più inquietante. Il killer di Berlino aveva dei complici a Sesto San Giovanni o a Milano? C’era qualcuno che lo aspettava? Quali erano i suoi programmi? Una latitanza in Italia o il ritorno in Tunisia?

Il lungo lavoro di ricostruzione per ricollocare al loro posto le tessere di un difficile mosaico è iniziato subito dopo la sparatoria, quando le impronte digitali hanno confermato che l’uomo ucciso era proprio Anis Amri. Per ora non si può escludere nulla. Sarà importante anche capire come il killer abbia fatto a lasciare la Germania senza problemi superando il confine con la Francia per poi prendere un treno e superare anche i controlli sulla linea ferroviaria che passa da Chambery. Chiunque l’abbia percorsa sa che i controlli, soprattutto dei poliziotti francesi, sono di solito molto stretti. Le prossime ore saranno le più importanti per disegnare il quadro e capire qualcosa di più.

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