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Strage Berlino, polizia perquisisce case di contatti Amri ad Aprilia

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fermato TUNISINO

Strage Berlino, polizia perquisisce case di contatti Amri ad Aprilia

Nuovi sviluppi per l'inchiesta su Anis Amri, il terrorista responsabile della strage di Natale a Berlino poi ucciso in un conflitto a fuoco con la Polizia italiana a Sesto S. Giovanni. Nove giorni dopo l'attacco al mercatino natalizio la polizia locale ha arrestato nella capitale tedesca un tunisino ritenuto un contatto di Amri che «potrebbe essere coinvolto nell'attentato». Il suo numero di telefono era infatti memorizzato sul cellulare smarrito dall'attentatore durante l'attacco e ritrovato dagli investigatori poco lontano dal tir che ha provocato la morte di 12 persone. In Italia, i magistrati della procura di Roma hanno invece disposto tre perquisizioni, due delle quali in abitazioni ad Aprilia, in provincia di Latina, alla ricerca di indizi su eventuali fiancheggiatori del terrorista.

12 procedure disciplinari in 4 anni di detenzione
In queste due case Anis Amri, secondo quanto accertato dal pm Francesco Scavo, sarebbe passato lo scorso anno, ospite di persone conosciute durante i quattro anni di detenzione in Italia, segnati da un continuo peregrinare da un penitenziario all'altro (ben sette) a causa del carattere violento. Dopo lo sbarco a Lampedusa nel 2011, Amri finisce per la prima volta in un carcere italiano in carcere il 23 ottobre dello stesso anno dopo che, con altri 4 immigrati, appicca il fuoco al centro di accoglienza di Belpasso nel catanese. Colleziona ben 12 procedure disciplinari nei 4 anni di detenzione, è violento, aggressivo, poco religioso ma ad un certo punto incline a comportamenti sospetti, assimilabili a quelli di un soggetto che medita un percorso di radicalizzazione. Per questo si stanno passando al setaccio i nomi e le case dei suoi compagni di cella, ne ha cambiati molti, visto il soggetto turbolento.

Le note su Amri trasmesse alla Polizia tedesca
Quando esce dal carcere l'Italia prova ad espellerlo ma la Tunisia non recepisce le richieste italiane. Dunque, scaduti i termini per trattenerlo, viene emesso per lui un decreto di allontanamento dal territorio nazionale e contemporaneamente, a giugno 2015, tramite la questura di Palermo, l'Italia segnala ai paesi europei inseriti nella banca dati Schengen che Amri è persona non gradita e inammissibile sul territorio europeo. Dunque la prima segnalazione della pericolosità di Amri arriva nella banca dati Schengen per mano italiana il 23 giugno 2015. Quando nel dicembre 2015 la Germania rintraccia il tunisino sul suo territorio e rileva che ha contatti con ambienti radicalizzati chiede, appunto, all'Italia foto e impronte digitali di Amri. «Poche ore dopo», sottolineano oggi fonti interne all'intelligence italiana, il nostro paese invia ai colleghi tedeschi la documentazione. E non sarà l'unico scambio tra Italia e Germania. Il 17 febbraio 2016, infatti, l'Italia trasmette agli investigatori tedeschi il nutrito fascicolo giudiziario di Amri. La Germania ha infatti ricevuto dal tunisino una richiesta di permesso di soggiorno e chiede di nuovo all'Italia informazioni dettagliate sulla carriera criminale dell'uomo.

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