Hanno partecipato in oltre 41mila alla votazione online per la ratifica del Codice etico del Movimento 5 Stelle, con le (controverse) norme relative ai casi di coinvolgimento di militanti ed eletti in vicende giudiziarie: «40.954 iscritti hanno partecipato alla votazione sul Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie che è stato ratificato con il voto favorevole del 91% dei partecipanti, pari a 37.360 iscritti», si legge sul blog di Beppe Grillo in merito alle votazioni aperte questa mattina alle 10 per il varo del codice etico.
Le nuove regole
Hanno potuto votare solo gli iscritti entro il primo luglio 2016 con documento certificato. Con le nuove regole, pubblicate ieri sul blog di Grillo, non scatta automaticamente la sanzione per l’eletto M5s coinvolto in un'indagine. In caso di avviso di garanzia, si dovrà avvertire il gestore del sito, Davide Casaleggio, e a decidere saranno il garante del movimento, Beppe Grillo, e il collegio dei Probiviri. L'eletto avrà la facoltà di autospendersi.
Anzaldi (Pd): eliminato rischio di sfiducia dei militanti M5S per Raggi
Non si placano intanto le polemiche, alimentate dagli altri partiti ma divampate anche all’interno del M5S, sulle nuove norme di comportamento interne, ribattezzate dai critici “salva Raggi” per evidenziare la “messa in sicurezza” della sindaca da parte di Grillo contro il rischio di un avviso di garanzia. Un tasto sul quale insiste oggi su Fb il deputato dem Michele Anzaldi evidenziando come il nuovo Codice di Grillo manda in pensione il discusso “contratto” fatto firmare ai candidati romani del M5s per le elezioni 2016, nella parte in cui prevede l’inadempienza del primo cittadino - e quindi l’obbligo di dimissioni dall’incarrco - se lo stabiliscono “almeno 500 iscritti al Movimento 5 stelle residenti a Roma”. Ora, spiega Anzaldi, «qualsiasi decisione in caso di indagini giudiziarie passa sotto la diretta responsabilità di Grillo». E conclude: «Visto il crescente scontento di elettori e grillini romani, quanto ci sarebbe voluto a trovare 500 iscritti pronti a sfiduciarla?».
Una «giuria popolare per le balle dei media»
«I giornali e i tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono le loro notizie che devono essere controllate». Lo ha scritto Beppe Grillo sul suo blog in un post dal titolo 'Una giuria popolare per le balle dei media'. «Propongo non un tribunale governativo ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali». E se una notizia «viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo. Così forse abbandoneremo il 77° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa». Immediata la risposta del direttore del tg di La7, Enrico Mentana: «In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile a tutti i lavoratori del Tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile».
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