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Terremoto, Boldrini: priorità alle politiche ambientali

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convegno a lecce

Terremoto, Boldrini: priorità alle politiche ambientali

«Per troppi anni non abbiamo rispettato il territorio, abbiamo pensato che si poteva costruire ovunque, non é così. Dobbiamo avere una politica più attenta al territorio, investire di più nella messa in sicurezza del territorio». Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini all'università di Lecce, dove ha partecipato alla giornata conclusiva del progetto "Oltre le nuvole. A
scuola di Europa e Legalità". «Credo che la più grande opera pubblica che l'Italia debba fare sia quella d'investire nella messa in sicurezza del territorio - ha aggiunto - dobbiamo mettere al centro un'attività che sia mirata al rispetto del territorio».

Terremoto: stare vicino alle famiglie
Parlando del terremoto e del maltempo che stanno flagellando il centro Italia, Boldrini ha ribadito che «in questo momento dobbiamo stare vicino alle famiglie dei dispersi, alle famiglie delle vittime del maltempo e del terremoto». «Questo non è tempo per le polemiche - ha continuato - in una situazione come questa dobbiamo essere capaci di fare sistema-Paese e quindi essere in grado di fare in modo che queste persone si sentano insieme a noi parte della stessa comunità».

Priorità politiche ambientali
«Bisogna fare politiche ambientali per consentire di vivere in sicurezza, dopodiché intorno a questo si può anche pensare di rivedere gli assetti del sistema di gestione dell'emergenza e dei soccorsi, ma prima di tutto bisogna capire che dobbiamo investire di più in questo ambito». Così la presidente della Camera ha risposto ai giornalisti che le chiedevano se la tragedia dell'hotel
Rigopiano non ponga la necessità di creare un'unica cabina di regia nella gestione dei soccorsi.
«Questi terremoti - ha detto Boldrini - sono l'occasione per rimettere in sesto l e scuole, gli edifici pubblici, le abitazioni dei privati». «I territori che sono soggetti a sisma - ha aggiunto - non possono non considerare questa una priorità. In altri Paesi ci sono sistemi molto radicali per aggiornare sulla base di tecniche sempre più avanzate gli edifici». «Noi - ha concluso - abbiamo un patrimonio architettonico, culturale che ci rende tutto molto più difficile, ma dobbiamo pensare che questa é una priorità per tutto il Paese».

Il tweet inviato durante l'evento all'università di Lecce

Ue: riconsiderare assetto più forte
Parlando poi di Unione europea, la presidente ha spiegato che «le sfide che abbiamo davanti sono tutte internazionali se non globali» e che «nessuno Stato oggi é un'isola, nessuno Stato oggi può farcela da solo». «Bisogna cambiare questa Europa, farne un soggetto più capace di rispondere alle sfide che abbiamo davanti» ha aggiunto, sottolineando che «siamo alla vigilia del 60esimo anniversario dei trattati di Roma e questa é l'occasione giusta per riconsiderare l'assetto europeo non per disgregarlo ma per rilanciarlo in modo più forte e più efficace, più vicino alle persone».

Su migranti prevedere sanzioni Stati membri
«Penso che gli Stati membri abbiano perso una grande opportunità, la commissione europea aveva proposto un piano di suddivisione in quote dei richiedenti asilo e sarebbe stata la prova di essere comunità, di suddividere responsabilità, oneri nel momento del bisogno - ha aggiunto Boldrini parlando della questione migranti - e invece alcuni Stati membri si sono rifiutati di fare la loro parte, si sono ripiegati nel logo egoismo e questo ritengo che non sia accettabile. Allora bisogna mettere in atto meccanismi sanzionatori».
«Bisogna - ha aggiunto - non dare le quote di fondi strutturali loro spettanti perché quando si sta in una famiglia ci si sta sempre nella buona e nella cattiva sorte. Noi non avremmo nessuna crisi, nessuna emergenza rifugiati se ognuno
facesse la sua parte, la gestiremmo benissimo».

No pulsioni nazionalistiche in Ue
«Io ho avviato una consultazione pubblica on line con sette domande rivolte ai cittadini su come vogliono l'Europa del futuro» ha detto poi Boldrini, sottolineando che «dobbiamo ricominciare da quello che ci chiedono i nostri cittadini» e che «però non dobbiamo neanche andare incontro a pulsioni nazionalistiche», perchè «noi conteremo solo se staremo insieme». Boldrini ha poi detto che «questo metodo di collaborazione tra governi non funziona, indebolisce le istituzioni comunitarie e non é quello che serve oggi» e che, invece, «dobbiamo costruire sempre di più un'Unione federale di Stati capace di parlare con un'unica voce».

Italia non si riprende se non si riprende Sud
«L'Italia non si riprenderà se non si riprende il Sud» ha aggiunto la presidente, sottolineando che«la legalità si afferma non solo con la lotta alla criminalità, ma anche attraverso l'occupazione e il lavoro». «Io credo - ha continuato - che nel Meridione si debba fare di più e che per fare di più ci sia bisogno della mano dello Stato perché attraverso questo intervento pubblico poi ci si può aspettare anche quello privato. Non si può lasciare solo ai privati quest'onere perché non funziona e l'Italia non si riprenderà se non si riprende il Meridione».
«Nel Sud - ha aggiunto - c'è un grande potenziale, ma non sempre ci sono le
dovute opportunità. Sono preoccupata per il fatto che nel Meridione tante aziende hanno chiuso, che i giovani se ne vadano, le università hanno meno iscrizioni, si fanno meno figli». «Tutto questo - ha concluso - deve poter essere al centro dell'agenda politica».

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