A poche ore dal verdetto della Consulta che deciderà le sorti dell'Italicum il leader del M5S Beppe Grillo lancia un nuovo diktat ai parlamentari per ribadire la necessità di non discostarsi dalla linea del Movimento. Quindi stop alle «uscite comunicative» di qualsiasi genere riguardanti le scelte politiche del Movimento - dalle interviste a stampa e tv alla partecipazione ad eventi e raduni, compresi i post sui social (una novità assoluta per i grillini) - non concordate con i responsabili della Comunicazione. Una regola ferrea che vale per tutti gli eletti: «Non si fanno sconti a nessuno».
«Chi non si adegua si trovi un altro partito»
Come già nel 2013, ai tempi della prima partecipazione del M5S a votazioni politiche nazionali, il compito dei portavoce M5S (così vengono chiamati i parlamentari nella terminologia pentastellata), sintetizza poi Grillo sul suo blog, è semplicemente quello di attuare la linea politica dettata dagli iscritti in vista delle prossime elezioni. E «chi non si adegua può trovarsi un altro partito». In altre parole, insiste Grillo, «potrà perseguire (se riuscirà a essere rieletto) il suo programma in un'altra forza politica».
Il no alle «uscite maldestre» e il rischio di «trappole giornalistiche»
.Il richiamo del leader arriva in un momento delicato per il M5S, nel giorno in cui scade la deadline di massima assegnata ai gruppi parlamentari per predisporre proposte e temi in vista della definizione del programma di governo del M5S che verrà sottoposto al voto degli iscritti alla piattaforma Rousseau. Il programma in cantiere e la partita della legge elettorale e del possibile voto costringono insomma il M5S a serrare i ranghi per non correre il rischio «di cadere nelle trappole giornalistiche o di danneggiare l'immagine del Movimento con uscite goffe e maldestre». A scanso di equivoci, Grillo ricorda poi ai parlamentari che «chi danneggia l'immagine» dei grillini «può incorrere nelle sanzioni definite dal Regolamento: richiami e sospensioni».
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