Nella giornata di inaugurazione dell’anno giudiziario sono scesi in sciopero i giudici di pace. È il terzo sciopero della categoria da novembre a oggi e durerà una settimana, fino al 1° febbraio. Secondo una prima stima dell’Unagipa (Unione nazionale giudici di pace) e dell’Angdp (Associazione nazionale giudici di pace) le adesioni nell’intero territorio nazionale «sono superiori al 90%, con punte in numerosi uffici sino al 100%». E annunciano che gli scioperi proseguiranno con cadenza mensile.
Il boccone amaro della riforma della magistratura onoraria
«La riforma della magistratura onoraria a maggio - sottolinea al Sole24ore.com Maria Flora Di Giovanni, presidente dell’Unagipa - è stata un boccone amaro. Nonostante gli accordi presi con il ministro, con i decreti attuativi raddoppiano le competenze dei giudici di pace e accentuano il precariato, perché non si parla di previdenza, di maternità, di assistenza, di malattie e di ferie». Ai giudici di pace e, più in generale, a tutta la magistratura onoraria vengono negati, spiegano le associazioni, «tutti i fondamentali diritti spettanti a qualsiasi lavoratore in un Paese civile e democratico (continuità del servizio, previdenza obbligatoria, assicurazione infortuni, tutela maternità e salute, diritto alle ferie). Per questo è pronta «una denuncia diretta alla Commissione Europea ed alla Corte di Giustizia Europea contro il Governo Italiano», per il rifiuto del ministro Orlando «di dare attuazione alla sentenza del Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa, che riconosce i diritti rivendicati dai giudici di pace».
«Da anni fuori da ogni garanzia costituzionale»
«Da anni siamo fuori da ogni garanzia costituzionale - ha sottolineato al Sole24ore.com Gabriele Di Girolamo, presidente Angdp - e nella legge delega non ce n’è traccia. Il Comitato europeo dei diritti e delle uguaglianza sociali ha condannato l’Italia, sottolineando che con i giudici di pace ha violato gli obblighi in materia di sicurezza sociale riconosciuti dalla Carta sociale europea». Il Comitato, spiega Gabriele di Girolamo ha accertato che i giudici di pace sono assolutamente integrati nel sistema giudiziario e dunque non devono avere una differenza di trattamento, anche rispetto ai giudici onorari, proprio sul piano della sicurezza sociale. (N.Co.)
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