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Papa Francesco: «La burocrazia non faccia soffrire i terremotati»

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25mila persone in piazza

Papa Francesco: «La burocrazia non faccia soffrire i terremotati»

Papa Francesco con i ragazzi dell’Acr
Papa Francesco con i ragazzi dell’Acr

Il Papa è sempre vicino alle vittime del terremoto che ha colpito a più riprese l’Italia centrale da agosto 2016 a oggi. «Vorrei anche rinnovare - ha detto il Pontefice dopo aver recitato l’Angelus dalla finestra dello studio su piazza San Pietro - la mia vicinanza alle popolazioni dell'Italia Centrale che ancora soffrono le conseguenze del terremoto e delle difficili condizioni atmosferiche. Non manchi a questi nostri fratelli e sorelle il costante sostegno delle istituzioni e la comune solidarietà. E per favore che qualsiasi tipo di burocrazia non li faccia
aspettare e ulteriormente soffrire».

In piazza la Carovana della pace
In piazza - secondo la Gerdarmeria vaticana all’Angelus hanno assistito 25mila fedeli - anche i circa tremila partecipanti alla Carovana della Pace, organizzata dalla Azione cattolica di Roma (Acr). Ragazzi accompagnati da educatori e genitori, da coetanei delle scuole e delle parrocchie della città. Due ragazzi dell’Acr si sono poi affacciati alla finestra accanto al Papa, dopo dopo l’Angelus, e gli hanno consegnato un messaggio.

Più ho più voglio non rende felici
«Più ho, più voglio, questa è la consumazione vorace, questo uccide l’anima e l’uomo e la donna che fa questo, che ha questo atteggiamento non è felice, non arriverà alla felicità», ha detto il Papa durante l’Angelus. chiedendo di «privilegiare la condivisione al possesso sempre».

Importante lottare contro la lebbra
Poco prima Papa Francesco aveva citato la Giornata mondiale dei malati di lebbra, che si celebra oggi. «Questa malattia, - ha affermato - pur essendo in regresso, è ancora tra le più temute e colpisce i più poveri ed emarginati. È importante lottare contro questo morbo, ma anche contro le discriminazioni che esso genera. Incoraggio quanti sono impegnati nel soccorso e nel reinserimento sociale delle persone colpite dalla lebbra, per le quali assicuriamo la nostra
preghiera».

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