«Dear Valdis, dear Pierre». Il ministro Padoan ha trasmesso alla Commissione europea la lettera di risposta alle richieste di aggiustamento da 3,4 miliardi chieste da Bruxelles. Una lettera di tre pagine pubblicata sul sito del Mef alle 21 di mercoledì cui è allegato anche il rapporto sui fattori rilevanti che influenzano la dinamica del debito pubblico italiano, alla luce dei quali i risultati raggiunti possono essere considerati più che soddisfacenti. «In merito al presunto scarto tra il saldo di bilancio previsto per il 2017 dal governo e il margine ritenuto necessario dalla Commissione onde ridurre progressivamente il debito pubblico, con la lettera di accompagnamento al rapporto il ministro indica le iniziative di politica economica capaci di colmare questa eventuale differenza».
Nell'ambito del lavoro di definizione della politica economica di medio periodo, e quindi in vista del Def, si legge ancora che «il governo prenderà tra l'altro provvedimenti di contrasto all'evasione fiscale in continuità con quelli già adottati nel recente passato, estendendone la portata, e di riduzione della spesa, anche grazie alla nuova modalità di costruzione del bilancio dello Stato entrata in vigore con la riforma completata nel 2016».
Aggiustamento troppo rapido danno per economia L’esecutivo intende continuare sulla strada di un consolidamento dei conti «favorevole alla crescita e delle riforme strutturali». Ma, allo stesso tempo, per il ministero dell’Economia «un ritmo di aggiustamento eccessivamente accelerato danneggerebbe l'economia in un momento di accresciuta incertezza geopolitica ed economica a livello globale».
Il 2016 si chiuderà con una crescita del Pil «probabilmente superiore» allo 0,8%
stimato da Palazzo Chigi, aggiunge il ministro. Il governo «sta pianificando di adottare le misure necessarie nell'ambito di una strategia più ampia che sarà dettagliata nel prossimo Def». L'ammontare totale degli sforzi strutturali, scrive Padoan al vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis e al commissario Pierre Moscovici, «sarà composto per circa un quarto da tagli di spesa e per il resto da aumento delle entrate. Il risparmio delle spese deriverà per circa il novanta per cento da consumi intermedi e il resto da benefici fiscali. Le misure relative ai tagli di spesa seguiranno i significativi traguardi nel controllo della spesa degli ultimi anni e saranno ulteriormente inseriti in una più ampia strategia di spending review».
Entrate anche da imposte indirette e accise
Dal lato delle entrate, gli sforzi riguarderanno misure come tassazione indiretta, accise e ulteriori ampliamenti delle politiche recentemente adottate per migliorare gli incassi». Nella lettera si specifica che l'aggiustamento verrà
effettuato con tagli alla spesa e maggiori entrate.Queste riforme strutturali andranno di pari passo «con spese supplementari per far fronte all'impatto dei recenti terremoti».
Tagli spesa anche su agevolazioni fisco, dettagli in Def
«Il governo sta pianificando di adottare le misure necessarie come parte di una strategia più complessiva che sarà dettagliata nel prossimo Documento di
economia e finanza» scrive il ministro dell'Economia. «L'ammontare complessivo degli sforzi strutturali per andare avanti verso l'obiettivo di medio termine - spiega Padoan - sarà composto per circa un quarto dai tagli alla spesa e per il resto da aumenti di entrate. I risparmi di spesa arriveranno per
circa il 90% dai consumi intermedi e per il resto dai benefici fiscali».
Impatto terremoto oltre 1 mld, verso Fondo ad hoc
Allo stato attuale il governo «non può stimare con esattezza l'impatto del terremoto sulle finanze pubbliche, ma sarà probabilmente molto superiore a 1 miliardo già nel 2017. Per mobilitare risorse a questo fine sarà creato un apposito Fondo», annota il Mef nella missiva a Dombrovskis e Moscovici. In merito al presunto scarto tra il saldo di bilancio previsto per il 2017 dal Governo e il margine ritenuto necessario dalla Commissione onde ridurre progressivamente il debito pubblico», il Tesoro nella sua missiva alla Commissione indica le iniziative di politica economica capaci di colmare questa eventuale differenza e sottolinea che «sebbene a prima vista il criterio sul debito appaia non rispettato, deve essere considerato soddisfatto una volta che vengano considerati i fattori rilevanti» che hanno interessato l'Italia.
Nel documento sul debito: rischi per Italia da politiche Usa e Gb
Gli scenari, non del tutto prevedibili, dinanzi ai Paesi sviluppati figurano tra le ulteriori indicazioni fornite a Bruxelles. «Il mutato atteggiamento degli Usa verso le istituzioni multilaterali e il libero commercio, e la possibilità concreta di una concorrenza fiscale in Europa», che potrebbe arrivare dalla Gran Bretagna post Brexit, «pongono un rischio per le economie aperte come l'Italia». Nel documento sui fattori rilevanti che influenzano il debito pubblico, di accompagnamento alla lettera del Tesoro per la Commissione Ue, si ricorda che per l'Italia come per altre economie «gioca un ruolo cruciale l'accesso ai mercati esteri e agli investimenti diretti dall'estero».
Rapporto: risultati più che soddisfacenti sul debito
«I risultati raggiunti possono essere considerati più che soddisfacenti», si fa notare inoltre, riguardo l'andamento del debito pubblico italiano, sul sito del Tesoro nella presentazione della lettera.
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