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Roma, Romeo indagato per concorso in abuso di ufficio

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CAMPIDOGLIO

Roma, Romeo indagato per concorso in abuso di ufficio

Lo scandalo giudiziario sulla giunta M5S di Roma si allarga a Salvatore Romeo. Il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in abuso d’ufficio, in merito alla sua nomina a luglio scorso a capo segreteria di Virginia Raggi, incarico lasciato dopo l’arresto a dicembre scorso del superburocrate del Campidoglio, Raffaele Marra. Nei giorni scorsi la Procura capitolina ha notificato all’ex braccio destro della Raggi un avviso a comparire. Il suo interrogatorio è fissato per domani col procuratore aggiunto Paolo Ielo e col sostituto Francesco Dall’Olio, che hanno un procedimento riguardante le nomine compiute dalla Raggi, la cui posizione risulta sotto osservazione anche in questa inchiesta.

Un ruolo, inoltre, potrebbe averlo giocato anche lo stesso Raffaele Marra. Il dirigente - arrestato a dicembre per aver intascato una tangente da 367mila euro dall’imprenditore reo confesso Sergio Scarpellini - potrebbe essere stato l’artefice dello stipendio triplicato di Romeo, il quale dopo un periodo di aspettativa è stato riassunto in Comune, passando da uno stipendio di 39mila euro a 93mila. Il ruolo di Marra emergerebbe anche da alcuni sms acquisiti dalla Procura ma anche da una denuncia di Carla Raineri, ex capo di gabinetto della Raggi - defenestrata assieme all’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna - per scontri con Marra e il “raggio magico”.

Mentre nel mirino della procura finiscono le contraddizioni tra le dichiarazioni di Virginia Raggi e l’ordinanza di nomina di Renato Marra a capo del Dipartimento Turismo del Campidoglio, Beppe Grillo e Davide Casaleggio fanno quadrato intorno alla sindaca. E dettano la linea, che passa dalla riscoperta dell’«orgoglio» a Cinque Stelle: stringere sul programma, raccontare i risultati degli amministratori pentastellati (un sito ad hoc sarà presentato domani), rispondere lancia in resta alle «campagne diffamatorie» della stampa. Il compito di sintetizzare il contrattacco e riconquistare la base è affidato a Luigi Di Maio, che resta il candidato premier in pectore e getta acqua sul fuoco delle polemiche con gli ortodossi: «Il M5S non può avere correnti interne. Con la regola dei due mandati, anche se crei una corrente è morta dopo due mandati».

Resta caldo il fronte giudiziario. Sulla carta la nomina di Renato Marra alla Direzione Turismo del Campidoglio era avvenuta attraverso la valutazione del curriculum. Eppure la sindaca ha negato questo particolare ai magistrati. Sono gli stessi atti amministrativi a incastrare la prima cittadina M5S, indagata di abuso d’ufficio e falso in concorso con Raffaele Marra, suo ex braccio destro.

Al centro dell’inchiesta c’è la nomina di Renato come direttore della Direzione Turismo, qualifica che ha consentito all’ex dirigente della polizia municipale di avere un «vantaggio patrimoniale» di 20mila euro annui in più. Raggi si è già difesa davanti ai Pm, affermando che l’interpello di novembre non prevedeva la selezione per curriculum. Eppure, esaminando l’ordinanza numero 95 del 9 novembre 2016 - con cui è stata disposta la nomina di Renato Marra - si scopre l’esatto contrario: la selezione era avvenuta proprio sulla base dell’analisi dei vari curriculum. Lo scrive lo stesso Raffaele Marra, allora direttore del Personale. L’ordinanza, infatti, riporta l’articolo 38 comma 8 del Regolamento uffici e servizi di Roma, nella parte in cui afferma che «il provvedimento di conferimento (incarico, ndr) è motivato sulla base delle risultanze curriculari acquisite dalla struttura preposta alle risorse umane».

Ed è quello, tra l’altro, che sarebbe stato fatto per altri dirigenti (tra i 73 nominati) che hanno partecipato allo stesso interpello, ma non per Renato Marra, il quale sarebbe stato nominato per una presunta operazione di Raggi in concorso con Raffaele Marra. Intanto la Procura prepara l’interrogatorio per quest’ultimo, ma non è escluso che si avvalga della facoltà di non rispondere. Audizione, inoltre, è stata disposta anche per Salvatore Romeo che ieri ha parlato dei suoi rapporti con Marra: «Mi fidavo di lui e sono pentito di averlo presentato a Virginia». Raggi cerca di tornare alla normalità. Ieri ha risposto alle sollecitazioni di Francesco Totti sullo stadio della Roma, progetto per cui la giunta ha ottenuto una proroga di 30 giorni della conferenza dei servizi: «Caro Francesco Totti ci stiamo lavorando. #Famostostadio nel rispetto delle regole. Ti aspettiamo in Campidoglio per parlarne». Oggi nuovo incontro con i rappresentanti della As Roma per sbloccare l’impasse. Ma soprattutto la sindaca ha incassato l’ennesimo attestato di fiducia da Beppe Grillo che dal blog ha elencato «i 43 successi di Virginia Raggi e del MoVimento 5 Stelle per Roma», dal taglio della Tari ai 430 milioni di investimenti sui trasporti nel triennio.

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