Una persona di fiducia del M5S per affiancare chi quel rapporto di fiducia lo «ha incrinato»: l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Al termine di una giornata di confronto con la maggioranza pentastellata e di contatti con Genova e Milano, è questa la soluzione trovata per tentare di andare avanti senza che la giunta capitolina di Virginia Raggi perda l’ennesimo pezzo. E per accelerare senza scossoni sul progetto dello stadio della Roma, su cui si sono consumate le maggiori tensioni con Berdini, contrario a concedere ai privati più di 330mila metri cubi (sui circa 900mila previsti dal progetto). I tavoli tecnici su Tor Di Valle sono stati inaugurati ieri: sul piatto l’ipotesi di un taglio delle cubature intorno al 20 per cento.
Su Berdini prevalso «senso di responsabilità»
Dopo lo sfogo sulla sindaca «impreparata strutturalmente» e la diffusione dell’audio del colloquio da parte della Stampa, Berdini era parso avere i giorni contati. Ma alla fine, come raccontano dall’entourage di Raggi, ha prevalso «il senso di responsabilità». Le creative «dimissioni respinte con riserva» dalla sindaca si sostanzieranno in una formula altrettanto inedita: un assessore sotto tutela, che amministrerà in tandem con un altro esperto, scelto con il placet di Beppe Grillo e soprattutto di Davide Casaleggio. Nella rosa ci sono 4 nomi (non Emanuele Montini, segretario generale di Italia Nostra ed ex capo del legislativo del gruppo M5S alla Camera, avvistato ieri in Campidoglio). Non è escluso che l’architetta paesaggista Paola Cannavò assuma la delega ai Lavori pubblici. Se servisse un’altra conferma di quanto il comune di Roma sia commissariato dai vertici M5S, è in arrivo come direttore generale Franco Giampaoletti, catapultato da Genova come il segretario generale Pietro Paolo Mileti e l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari. «Resistiamo e andiamo avanti», ha ripetuto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, incaricato di blindare Roma e rilanciare il M5S. Un avviso anche agli ortodossi (da Roberto Fico a Roberta Lombardi), le cui armi sono sempre più spuntate. Il pugno duro contro i dissidenti è confermato dalla scure dei probiviri calata su una consigliera di Augusta per alcune critiche sulla sua giunta. E intanto a Palermo a 14 persone (tra cui i deputati sospesi Nuti, Mannino e Di Vita) è stato notificato l’avviso di chiusura indagini per il caso firme false, che in genere prelude a una richiesta di rinvio a giudizio.
Romeo ai pm: le polizze forma di investimento
Se la Sicilia è sorvegliata speciale, Roma lo è di più. Si attendono le mosse della a procura. Nell’interrogatorio di mercoledì, durato 5 ore, l’ex capo segreteria di Raggi, Salvatore Romeo (indagato con la sindaca per concorso in abuso d’ufficio in relazione alla sua stessa nomina) si è difeso sostenendo di non aver avuto alcun ruolo. A proposito delle polizze vita (tra cui le due per complessivi 33mila euro che indicano Raggi come beneficiaria) il suo avvocato Riccardo Luponio ha spiegato: «Romeo stipulava polizze da almeno 20 anni come forma di investimento a basso rischio e basso rendimento. I beneficiari erano tutti all’oscuro». I magistrati stanno vagliando la possibilità di ascoltare anche lo stesso Berdini: la sua affermazione su un presunto rapporto sentimentale tra Raggi e Romeo potrebbe rafforzare l’ipotesi che dietro la nomina possa esserci stato un abuso d’ufficio. Intanto Raffaele Marra, agli arresti da dicembre con l’accusa di corruzione (per fatti risalenti al 2013), ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere la revisione della decisione del Tribunale del Riesame di lasciarlo agli arresti in carcere.
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