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Stadio Roma, Di Maio: va fatto. Sulle dimissioni di Berdini…

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le tensioni al campidoglio

Stadio Roma, Di Maio: va fatto. Sulle dimissioni di Berdini «presto» la decisione

In campagna elettorale «abbiamo detto che andava fatto e questo è un nostro obiettivo». Sul come, sono in corso trattative «per rispettare i valori del nostro programma». Luigi Di Maio, a in Mezz'ora su Raitre, dà assicurazioni parlando dello stadio della Roma. Naturalmente lo snodo passa anche per quale soluzione verrà presa sulle sorti dell'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini. In «queste ore» la sindaca sta prendendo una decisione sulle dimissioni presentate e respinte con riserva. Anche perché si dovrà affrontare il tema del progetto di Tor di Valle Roma «con un assessorato in piedi», annota Di Maio. Una scelta che da Virginia Raggi arriverà perciò «presto».

«Contro l’M5S campagna vergognosa»
«La campagna dell'ultima settimana è stata vergognosa, e contro la sindaca Raggi è poi sfociata con il titolo di Libero che non voglio ripetere. Avrebbe sfiancato anche un toro, figuriamoci i nostri elettori. Ci hanno fatto passare per corrotti». Di Maio risponde a chi chiede se il Movimento sia in sofferenza a causa delle vicende legate alla Capitale. Non parla affatto di accanimento della magistratura, anzi «per quello che fanno» c’è il plauso del portabandiera in pectore del M5S. Su tutte pesa la vicenda di Raffaele Marra, in particolare del suo ruolo di primo piano ricoperto all’interno dell’amministrazione pentastellata. «Io l'ho incontrato una volta quel signore. In quel caso, il Movimento chiedeva di rimuovere quel signore dal gabinetto dall'estate 2016 e quell'incontro serviva a dirgli che non aveva la nostra fiducia. E dopo ho rinnovato la richiesta. Quella che è stata passata per mia responsabilità in realtà è del sindaco che si è scusata», taglia corto Di Maio.

«Puntiamo al premio, poi fiducia sui temi»
La nuova legge elettorale prevede che scatti il premio di maggioranza al 40 per cento. «Noi ce la sentiamo di ambire al 40%». Chiederemo l'incarico e chiederemo la fiducia sui temi alle altre forze politiche». Il no di Di Maio alle «ammucchiate» è netto. «Vogliamo andare a votare con il Legalicum, l'applichiamo anche al Senato togliendo i capilista bloccati». Il M5S «non vuole rimettersi a un tavolo e ricominciare a discutere. Se non stravolgiamo la legge elettorale - dice Di Maio ospite di Lucia Annunziata - si può andare a votare a giugno. I primi di marzo saranno i giorni fondamentali per capire se vogliono fare una vera legge elettorale o vogliono far perdere tempo: se ai primi di marzo stanno ancora discutendo vuol dire che hanno scelto non le elezioni ma le pensioni».

Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini

«Salvini usa noi per fare notizia»
«Ero rimasto alla dichiarazione precedente che aveva detto “perché no”. Vediamo un continuo uso del M5S per fare notizia. Salvini scarica su di noi se non ha nulla da dire, il Pd scarica su Roma. Ai cittadini non gliene frega niente. Noi abbiamo detto: vogliamo cambiare il Paese e quindi non puoi allearti con chi l'ha distrutto». Questo il commento dell’esponente grillino alle parole de leader della Lega Salvini secondo il quale Grillo ondeggia troppo di frequente, chiudendo così ad una possibile alleanza Lega-M5S. «Grillo cambia idea ogni quarto d'ora: sull'immigrazione sono per la depenzalizzazione, sull'euro propone un referendum che non è possibile. Io ho tanti difetti ma ho un progetto chiaro», aveva detto il leader della Lega Matteo Salvini poco prima ai microfoni di Skytg24 intervistato da Maria Latella.

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