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Raggi, solidarietà bipartisan per titolo sessista di «Libero». Attesa per interrogatorio Marra

«Se mi fido ancora di Berdini? Non ho ancora sciolto la riserva». Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi a margine della celebrazione in Campidoglio in ricordo delle vittime delle Foibe. Mentre a chi le chiedeva se avesse pensato al nome di Emanuele Montini come suo sostituto, Raggi ha replicato: «Montini lavora già con noi, è il capo staff dell’assessore Baldassare, studiate meglio». Ieri, al termine di una giornata di confronto con la maggioranza pentastellata e di contatti con Genova e Milano, la soluzione trovata per evitare che la giunta capitolina di Virginia Raggi perda l’ennesimo pezzo è stata quella di mettere «sotto tutela» l’assessore all’urbanistica Paolo Berdini, dopo lo sfogo, riportato dalla Stampa, in cui quest’ultimo criticava senza mezze misure la sindaca «impreparata strutturalmente» e ipotizzava esplicitamente un rapporto sentimentale tra la sindaca e l’ex capo della segreteria politica Salvatore Romeo, autore di due polizze vita di cui rese beneficiaria Raggi prima della sua nomina in Campidoglio.

Berdini avrà gruppo affiancamento
Le «dimissioni respinte con riserva» si sostanzieranno insomma nella formula dell’assessore che amministrerà in tandem con un altro esperto, scelto con il placet di Beppe Grillo e soprattutto di Davide Casaleggio. Nella rosa ci sono 4 nomi (non Emanuele Montini, segretario generale di Italia Nostra ed ex capo del legislativo del gruppo M5S alla Camera, avvistato ieri in Campidoglio). Non è escluso che l'architetta paesaggista Paola Cannavò assuma la delega ai Lavori pubblici.

Va registrato però che alla riunione odierna di giunta non ha partecipato l’assessore Berdini, che pure aveva una delibera in programma per oggi. La delibera che riguarda la società Risorse Per Roma è stata comunque approvata.

Solidarietà bipartisan a Raggi per titolo sessista di Libero
Solidarietà bipartisan è arrivata oggi alla sindaca di Roma, la cui foto è stata pubblicata in prima pagina sul quotidiano Libero sotto il titolo «Patata bollente». L’articolo di Vittorio Feltri mette in un parallelo le «vicende comunali e personali» della prima cittadina con l’«epopea di Berlusconi con le Olgettine che finì malissimo». «Non so se sia sessismo o semplice idiozia, in ogni caso mi fa schifo. La stampa ha superato ogni limite», scrive il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.

«Questa prima pagina fa semplicemente schifo. Solidarietà a Virginia Raggi» scrive su twitter Matteo Orfini, presidente Pd. «Piena solidarietà alla sindaca @virginiaraggi per volgarità sessista del quotidiano #Libero. Questo è giornalismo spazzatura», rincara la dose la presidente della Camera, Laura Boldrini. Solidarietà alla Raggi anche dalla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, che ha la delega alle Pari opportunità.

Raggi: Libero ha offeso donne e uomini, ora risarcimento
In serata è arrivata la presa di posizione della stessa sindaca, che su Facebook ha annunciato una querela per diffamazione. «C’è un retro-pensiero che offende
non solo me ma tante donne e tanti uomini - ha scritto Raggi - Voglio svelare un segreto a questi fini intellettuali: un sindaco può essere anche donna! Ringrazio tutti coloro, donne e uomini, che oggi mi hanno manifestato la loro solidarietà. Ah, dimenticavo. Quando chiederò il risarcimento per diffamazione - ovviamente, lo farò - aggiungerò anche 1,50 euro che ho speso per comprare per la prima e ultima volta questo giornale».

Interrogatorio Marra a inizio settimana prossima
Intanto sul fronte giudiziario, si terrà nei primi giorni della prossima settimana l'interrogatorio di Raffaele Marra, ex capo del personale del Campidoglio indagato, in concorso con il sindaco Raggi, per la nomina di suo fratello Renato alla guida del dipartimento Turismo del Comune di Roma. Nei suoi confronti l’accusa è di abuso d’ufficio. L’atto istruttorio avverrà nel carcere di Regina Coeli dove Marra è detenuto dal 16 dicembre scorso perché accusato di corruzione in un’altra inchiesta che ha portato all’arresto anche del costruttore Scarpellini.

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