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Consip, il padre di Renzi indagato a Roma per traffico di influenze

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l’inchiesta a roma

Consip, il padre di Renzi indagato a Roma per traffico di influenze

Attraverso Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo avrebbe sperato di arrivare ai vertici di Consip, per controllare le commesse della centrale acquisti della Pa. È l’ipotesi della Procura di Roma, che ha iscritto nel registro degli indagati il nome di Tiziano Renzi con l’accusa di «traffico illecito di influenze». Ovvero quel reato nel quale l’indagato vanta rapporti con una persona influente per ottenere vantaggi (per sé o per gli altri), e nel quale la suddetta persona influente risulta parte lesa. In questo caso, per logica conseguenza, la parte lesa potrebbe addirittura essere l’ex premier Renzi.

L’inchiesta, giunta dalla Procura partenopea, riguarda il maxi appalto Fm4, una gara di facility management del valore di 2,7 miliardi bandita nel 2004 e suddivisa in svariati lotti, tre dei quali destinati alla società dell’immobiliarista Alfredo Romeo. Stando agli atti dell’inchiesta del sostituto procuratore Mario Palazzi, l’imprenditore era entrato in contatto con una serie di soggetti da cui, a vario titolo, intendeva ottenere un aiuto per legare rapporti con il presidente di Consip Luigi Ferrara e con l’ad Luigi Marroni.

Nel fascicolo, infatti, spunta il ruolo di un faccendiere, al centro degli accertamenti investigativi, e dell’imprenditore di Scandicci Carlo Russo: Romeo si sarebbe rivolto più volte a loro due. Russo è anche intimo amico di Tiziano Renzi, e proprio il suo nome risulta citato in alcune intercettazioni. Probabilmente Russo potrebbe aver citato la sua vicinanza con il padre di Renzi. Risulta inoltre coinvolto nella vicenda anche l’ex deputato di An Italo Bocchino, già indagato a Napoli.

Per chiarire la sua posizione i magistrati hanno fissato l’interrogatorio di Renzi padre, che si svolgerà la prossima settimana. Non è escluso che l’audizione possa far cadere quelle che allo stato sarebbero solo delle ipotesi. «Fatto incomprensibile», replica il legale, Federico Bagattini. Aggiunge che «nell’atto è riportato solo il numero della norma violata. Prenderemo contatto con il pm per capire quali sarebbero i fatti contestati». Tiziano Renzi, invece, ha spiegato che «ho ricevuto questa mattina un avviso di garanzia dalla Procura di Roma in cui si ipotizza “il traffico di influenza”. Ammetto la mia ignoranza, ma prima di stamattina neanche conoscevo l’esistenza di questo reato che comunque non ho commesso essendo la mia condotta trasparente come i magistrati, cui va tutto il mio rispetto, potranno verificare».

Inchiesta Consip, indagato padre di Renzi

L’inchiesta è ampia e comprende anche altri fatti. Il sostituto Palazzi sta lavorando su una presunta rivelazione del segreto d’ufficio imputata al ministro dello Sport Luca Lotti, al comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, e al generale Emanuele Saltamacchia, comandante della Legione Toscana. L’accusa è che avrebbero avvisato i vertici di Consip dell’esistenza di una indagine su appalti miliardari a cui era interessato l’imprenditore Romeo.

Rapida ricostruzione. Il 16 novembre i magistrati sentono il dirigente Consip Marco Gasparri sui rapporti con Romeo. Gasparri, indagato per corruzione, fa il nome di Marroni. L’ad di Consip afferma che della vicenda era a conoscenza il presidente Luigi Ferrara. Le successive verifiche hanno poi consentito di indagare i due generali dell’Arma e il ministro Lotti, che avrebbero avvertito precedentemente i vertici Consip dell’inchiesta in corso. Dopo queste rivelazioni, dentro la Consip sarebbe stata compiuta una presunta operazione di bonifica per rimuovere microspie piazzate dalla Procura di Napoli.

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