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cerimoniale & curiosità

60 anni di Trattati, niente “patarina” e pioggia. La famiglia Ue è cresciuta ma non c’è più Londra

La firma dei Trattati nel ’57 in Campidoglio
La firma dei Trattati nel ’57 in Campidoglio

La torre campanaria è da tempo in restauro e la “patarina”, la campanella che nel tardo pomeriggio del 25 marzo 1957, sotto forti scrosci di pioggia, risuonò nel piazzale del Campidoglio per annunciare l’avvenuta firma dei Trattati da parte dei sei Paesi fondatori, sabato prossima resterà muta. Del resto, in sessanta anni, sono tante le cose che hanno subito cambiamenti come ricorda Raniero Vanni d'Archirafi, ambasciatore ed unico ex commissario Ue ancora vivente che quel pomeriggio del ‘57 da giovane diplomatico di carriera fungeva da “sherpa” per la delegazione del Lussemburgo. «Siamo a un giro di boa – confessa Vanni – c'erano tante speranze allora ma adesso il rischio di un disfacimento del progetto europeo soprattutto dopo la Brexit è forte».

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Trattati di Roma: una storia lunga 60 anni

Il rito si consumerà tra 27 capi di Stato e di Governo
Il rito, questa volta, si consumerà non più tra i sei Paesi fondatori ma tra 27 capi di Stato e di Governo più i presidenti della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Una famiglia che è cresciuta quattro volte nelle successive adesioni ma che ha perso un pezzo importante con l'uscita del Regno Unito per effetto del referendum sulla Brexit.

La tipografia nel ’57 non riuscì a stampare tutte le copie per l’evento
La cerimonia di sabato si terrà nella stessa sala di 60 anni fa, quella degli Orazi e Curiazi e si aprirà con l'inno alla gioia di Beethoven ed il video dell'Istituto Luce relativo alla firma del '57. Piccola curiosità: dalle immagini d’epoca non si evince che i leader di allora (per l'Italia il presidente del Consiglio, Antonio Segni e il ministro degli Esteri, Gaetano Martino) stavano mettendo le loro firme in calce a documenti in bianco poiché la tipografia non era riuscita a stampare in tempo tutte le copie necessarie per l'evento. Un rischio che sabato non si dovrebbe correre con la più breve e semplice “dichiarazione di Roma” che fissa le priorità del futuro e introduce il concetto (già stabilito nel Trattato di Lisbona) sulla “doppia velocità”, ossia le cosiddette cooperazioni rafforzate tra gruppi di Paesi più veloci di altri in determinate materie.

Ai leader europei una medaglia di bronzo realizzata dalla Zecca dello Stato
Dopo l'Inno alla gioia interverranno il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, il presidente dell'Europarlamento, Tajani, il presidente di turno del Consiglio, il maltese Joseph Muscat, il presidente del Consiglio Ue, Tusk e quello della Commissione, Juncker. Si procederà poi alla firma della dichiarazione e ai leader europei verrà regalata una medaglia in bronzo realizzata dalla Zecca dello Stato con il logo del sessantesimo. Il logo è stato scelto dal Dipartimento Politiche Europee e dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca attraverso un concorso nelle scuole. Quello scelto è frutto della creazione di Norma Galdieri, studentessa del terzo anno (sezione grafica) del Liceo artistico G. Giovagnoli di San Sepolcro (Arezzo), premiata il 31 maggio 2016 in Campidoglio.

Emesso un francobollo celebrativo
Per l’occasione Poste italiane ha emesso un francobollo celebrativo mentre la Rai è l'host broadcaster dell'evento. Accreditati oltre 1000 giornalisti, operatori e fotografi anche da Paesi extra Ue come Cina, Qatar, Usa, Russia e Giappone. Il gruppo Fca ha messo a disposizione le auto per i leader stranieri e ogni delegazione sarà seguita dall'arrivo a Roma fino alla ripartenza da un “liason officer” del ministero degli Esteri.



Le consorti dei leader solo al pranzo al Quirinale e dal Papa
A Roma saranno presenti anche le consorti dei leader che non parteciperanno però alla cerimonia ma solo al pranzo al Quirinale offerto da Mattarella sabato e avranno un programma culturale a loro dedicato nella mattinata del 25. Il venerdi 24 accompagneranno invece i consorti all'udienza papale in Vaticano.

Il volume dei Trattati originali tornerà nella sala degli Orazi e Curiazi
Quanto al volume dei Trattati originali (che non era tutto pronti 60 anni fa) tornerà, anche se per poche ore, nella Sala degli Orazi e Curiazi dove venne firmato dai sei Paesi fondatori. L'ultima volta è stato esposto il 9 febbraio 2016 a Villa Madama in occasione della riunione dei ministri degli Esteri dei 6 paesi fondatori. I Trattati sono oggi conservati presso il “Servizio Affari giuridici, del Contenzioso diplomatico e dei Trattati” del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. La custodia materiale è affidata al Servizio Giuridico del Ministero ed è necessaria un'attenta conservazione: per “restare in forma”, la carta, l'inchiostro e la ceralacca richiedono infatti specifiche condizioni di esposizione alla luce ed al calore e, naturalmente, particolari cautele d'uso. Per questo motivo negli anni non è stato possibile soddisfare tutte le numerose richieste di poter visionare i Trattati. Solo eccezionalmente, con grandissime cautele e previa intesa con le autorità dell'Unione Europea, ne viene autorizzata l'esposizione al di fuori della Farnesina. Le celebrazioni di sabato rientrano in una di queste circostanze.

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