Italia

Taxi-Ncc, l’offerta aumenterà ma non è detto che basti

  • Abbonati
  • Accedi
taxi e noleggi con conducente

Taxi-Ncc, l’offerta aumenterà ma non è detto che basti

Il Governo ha fatto una parte del suo mestiere: mediare tra posizioni finora inconciliabili come quelle dei tassisti da una parte e dei noleggiatori con conducente (Ncc, compresa Uber) dall’altra. E lo ha fatto anche “allargandosi” rispetto a quanto oggli gli consente il Parlamento, che continua a far procedere in modo incerto il disegno di legge sulla concorrenza. Ma bisogna vedere se questa mediazione funziona anche per l’altro compito fondamentale di chi governa: garantire ai cittadini servizi migliori. Una risposta certa non può ancora esserci, anche perché molto poi dipenderà dalla stesura definitiva e dall’attuazione di quanto proposto ieri. Per ora, comunque, si può dire che almeno un po’ meglio andrà.

Il problema più serio del sistema attuale è la carenza di taxi nelle grandi città, almeno nei momenti di picco (ore di punta, giorni di sciopero dei mezzi pubblici, eventi di richiamo come fiere, manifestazioni eccetera). È da qui che nel tempo è nata la concorrenza degli Ncc ai taxi: il pubblico, almeno inizialmente, ha usato i primi per supplire ai secondi.

La proposta del ministero dei Trasporti non elimina il contingentamento alle licenze dei taxi e alle autorizzazioni degli Ncc. Ma, almeno in teoria, sblocca la situazione: affida alle Regioni il compito di «pianificazione dei servizi pubblici non di linea, tenendo conto delle reali esigenze del fabbisogno locale». Insomma, gli attuali tetti dovrebbero essere rivisti al rialzo, dopo anni o addirittura decenni di stasi. Solo che le tensioni di questi giorni si andrebbero a scaricare sulle Regioni, con proteste simili a quelle già viste in passato quando singoli Comuni avevano paventato l’ipotesi di rilasciare nuove licenze taxi. Il risultato rischia di essere la stessa paralisi vista finora.

Un aumento effettivo dell’offerta di servizi, a parità di auto a disposizione, arriverebbe però dalle nuove regole per gli Ncc: salterebbe l’obbligo di rientrare in rimessa dopo ogni corsa, almeno a certe condizioni. Così gli Ncc potrebbero ottimizzare i tragitti, avvicinandosi ai taxi per frequenza di corse e rapidità di risposta alle prenotazioni. Tanto più che nella pratica, condizioni che consentirebbero di non rientrare potrebbero verificarsi sempre: basta «aggiustare» la documentazione che si ha a bordo. Di qui l’ira dei tassisti e la decisione di confermare lo sciopero.

Un’altra novità proposta dal ministero appare invece più teorica che pratica. È il riconoscimento ufficiale del ruolo delle app, che razionalizzano il raccordo tra domanda e offerta (sia per taxi sia per Ncc). Le app si sono già diffuse spontaneamente e il loro funzionamento è migliorato negli anni. Ora viene prevista l’istituzione di un registro tenuto dallo stesso dicastero e si spera serva per estendere l’uso delle app a tutto il mercato; altrimenti, sarebbe solo una burocratizzazione come altre che si sono viste in passato. Nella pratica, molto dipenderà dalla formulazione definitiva della norma, su cui i tassisti daranno battaglia perché vi vedono la possibilità che superi surrettiziamente il concetto di autorimessa per gli Ncc.

© Riproduzione riservata