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Padoan: nel prossimo Def inseriremo indicatori del benessere

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Europe Ambition 2030

Padoan: nel prossimo Def inseriremo indicatori del benessere

Nel Def che sarà varato dal Governo tra qualche settimana saranno introdotti degli indicatori del benessere, «un numero limitato di indicatori, ma questo non perché siamo “tirati” sul numero, perché questo è un lavoro estremamente importante, non è un esercizio tecnico accademico, è qualcosa che cambia la prospettiva della politica economica». L’annuncio è del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un convegno alla Camera. Gli indicatori vanno definiti «con cura perché poi misureranno il progresso e quindi si deve stabilire un legame tra quello che viene misurato dagli indicatori e quello che le politiche economiche possono e debbono fare, e quindi di conseguenza in che modo noi riusciamo a cambiare l'indirizzo di politica economica in modo concreto, in settori specifici con obiettivi specifici, traducendolo in misure che ci dicono, sia pure indirettamente, se il benessere dei cittadini è migliorato o meno».

Riforme eque e inclusive o sono armi spuntate
«Lo sforzo delle riforme continua, sempre più con una dimensione di equità sociale e inclusione». Altrimenti sarebbero «non efficaci e armi spuntate». Alla conferenza sul futuro dell'Europa, organizzata dall'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), Padoan ribadisce che le riforme devono essere «implementate con una dimensione di inclusione sociale perché non devono lasciare ferite o cicatrici nel tessuto sociale» e vanno accompagnate «da misure che permettano a tutti di beneficiarne». La crescita «non può che essere inclusiva e sostenibile, altrimenti la crescita non ci sarà».

Ue in difficoltà, deve decidere del suo futuro
L'Europa «è in una situazione di difficoltà e deve decidere per il suo futuro a medio termine se fare della crescita inclusiva la sua bandiera». In questa fase, evidenzia il ministro, «la fiducia è un bene sempre più scarso, sia a livello europeo che globale» e la Ue, che «spesso è stata all'avanguardia» sul fronte dell'equità e dell'inclusione deve «ripensare i suoi strumenti» e “comunicare” meglio gli sforzi in questa direzione, perché arrivino ai cittadini. Diversamente l'Unione «sarà sempre più percepita come il problema invece della soluzione. Per me l'Europa resta la migliore soluzione, se rivolta però ai bisogni dei ». Ed è «compito dei Paesi porre, anche sbattere a volte, questi temi sul tavolo ed evitare
che si discuta solo di dettagli tecnici che rendono la vita difficile, talvolta più del necessario».

Dombrovskis: sfide dell’Italia più ampie della manovra
Lo scopo dell'incontro con il ministro Padoan è «parlare delle misure che si stanno preparando» ma «le sfide dell'Italia sono più ampie, c'è ancora alto debito pubblico e privato, bassa crescita e scarsa produttività» e per questo «ci aspettiamo un ambizioso programma di riforme» sul quale domani si farà il punto. Per il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis l’obiettivo del faccia a faccia è «discutere della correzione dei conti chiesta al Governo e «vedere quali misure le autorità italiane stanno preparando, perché l'Italia e Padoan hanno enfatizzato che si sono impegnati a fare una correzione dello 0,2% per assicurare che il bilancio sia in linea» con le regole. Il meeting è «una buona occasione» per una verifica «sugli sviluppi e lo stato degli impegni» e «discutere il programma nazionale di riforme».

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