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Milano, in tre anni segnalati a Bankitalia 180 milioni a rischio riciclaggio

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Rapporto triennale del comune

Milano, in tre anni segnalati a Bankitalia 180 milioni a rischio riciclaggio

Agf
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In poco meno di tre anni il Comune di Milano ha segnalato a Bankitalia 12 operazioni sospette di riciclaggio o terrorismo, relative a 1.954 operazioni economiche riguardanti 119 soggetti giuridici e 102 persone fisiche. La movimentazione complessiva di capitali è di 180.423.194,00 euro.

Delle 119 società segnalate, cinque sono risultate in Paesi considerati paradisi fiscali, i titolari delle quali sono risultati riconducibili anche ad alcune delle restanti 114 società italiane, due delle quali società di trust, a loro volta riconducibili ad un trust all'estero.

Delle 102 persone fisiche, 85 sono cittadini italiani e 17 stranieri (15 dei quali extracomunitari). Gli 85 italiani segnalati sono originari di 29 località e di questi 41 (in pratica uno su due) proviene da otto località considerate ad alto rischio di infiltrazione mafiosa.

I 17 stranieri segnalati sono originari di otto nazioni: uno proviene da un Paese della black list, mentre altri 14 sono originari di cinque Paesi considerati ad alto rischio in relazione al finanziamento del terrorismo di matrice islamica.

Il consuntivo dal 21 marzo 2014 al 19 gennaio 2017 è stato presentato oggi a Palazzo Marino dalla Commissione sul riciclaggio e finanziamento al terrorismo presieduta da David Gentili (Pd).

Il punto di partenza è l'articolo 10 comma 2, lettera g del D.lgs. 231/2007, il quale specifica che tra i destinatari delle norme antiriciclaggio sono compresi i Comuni. Nel maggio 2013 il Comune di Milano ha modificato e integrato il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune e ad ottobre dello stesso anno ha istituito un Ufficio di contrasto al riciclaggio presso la Direzione centrale entrate e lotta all'evasione. Al fine di agevolare l'individuazione delle operazioni sospette, su proposta della Unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia, sono emanati e periodicamente aggiornati gli indicatori di anomalia (cioè il rischio). Dall'approvazione della norma, l'individuazione degli indicatori di anomalia è stato ed è un processo graduale che ha coinvolto soggetti diversi a partire dalle banche per poi giungere negli anni ai professionisti.

Per le pubbliche amministrazioni e dunque anche per i Comuni, gli indicatori sono emanati con decreto del ministro dell'Interno ma non hanno visto la luce fino al 25 settembre 2015 e dunque nessun comune o quasi - Milano fa eccezione - si è adeguato spontaneamente agli obblighi previsti dalla legge 231/2007.

Ogni Direzione centrale e/o settore del Comune di Milano ha individuato i referenti interni antiriciclaggio (che possono coincidere con il referente anticorruzione). In tutto sono 53 ma con la deliberazione di Giunta comunale 1713/2016 e con la determinazione della Direzione generale 21/2017, le competenze della Direzione centrale entrate e lotta all'evasione sono state assegnate alla Direzione bilancio ed entrate – Area finanze e oneri Tributari e si dovrà dunque procedere all'aggiornamento del gestore responsabile antiriciclaggio e alla comunicazione del nuovo nominativo alla Uif, oltre all'individuazione e alla nomina dei nuovi referenti antiriciclaggio, con relativa formazione.

Poiché allo stato la casistica è ancora piuttosto limitata e/o generica, per agevolare l'attività di monitoraggio il Comune di Milano ha individuato alcune tipologie di condotte che, in linea di massima, sono: soggetto cui si riferisce l'operazione; settore immobiliare e/o commerciale; settore appalti; settore finanziamenti pubblici; urbanistica. In presenza di anomalie il personale dovrebbe quantomeno insospettirsi, dando avvio alla procedura antiriciclaggio

Alle viste, però, c'è lo schema di D.lgs di recepimento della IV Direttiva Ue, che contiene modifiche al D.lgs n. 231/2007 e che è stato approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri il 23 febbraio 2017 ed ora è all'esame del Parlamento per i pareri delle commissioni competenti. Il testo, però, è diverso da quello di fine 2016, visibile sul sito del ministero dell'Economia, che incontra invece il favore del Comune di Milano, che in questi anni ha lavorato in simbiosi con Uif.
I Comuni da osservatori ad ampio raggio nell'ambito delle procedure di propria competenza diventerebbero enti con competenza antiriciclaggio limitata ad alcuni procedimenti: quelli finalizzati all'adozione di provvedimenti di autorizzazione o concessione; la scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi secondo le norme del nuovo codice appalti, materia in relazione alla quale il Comune è già soggetto all'obbligo di comunicazione dei dati all'Anac (l'Autorità anticorruzione); quelli di concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzioni di vantaggi economici.
«Un passo indietro notevole - afferma al Sole24Ore.com David Gentili - e ammesso che ci possano essere amministrazioni più attrezzate, si può pensare a una doppia velocità, che veda comunque i comuni capoluogo tutti allineati. La modifica legislativa sottoposta al parere delle Commissioni parlamentari provocherebbe un passo indietro anche nella lotta al finanziamento al terrorismo. Ci sono associazioni, magari culturali, che non fanno richieste di finanziamenti, che non hanno concessioni ma che pagano tasse e tributi comunali e che dunque potrebbero essere sottoposte al controllo del Comune grazie all'incrocio con le banche dati o alle attività svolte sul territorio, ad esempio, dalla polizia municipale. Anche tutti i controlli di competenza relativi al commercio, agli esercizi pubblici. L'azione del Comune di Milano è volta proprio a tutelare la sana e libera concorrenza nel proprio territorio ».

r.galullo@ilsole24ore.com

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