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Comunali, le divisioni nel M5S, i ritardi del Pd, le alleanze…

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verso il voto dell’11 giugno

Comunali, le divisioni nel M5S, i ritardi del Pd, le alleanze difficili del centrodestra

Partiti alle grandi manovre, in vista delle amministrative di primavera. Mentre il Movimento cinque stelle macina primarie online per la scelta dei candidati e appare spesso diviso tra ortodossi e delusi, il Pd è in netto ritardo sulla scelta di molti candidati e fa i conti anche al livello locale con la recente scissione di Mdp. Quanto al centrodestra, si presenta in alcuni casi diviso, in altri unito, in altri ancora privo di candidato.

Le sfide principali
A Palermo Leoluca Orlando ci riprova cinque anni dopo. Lo fa rivendicando i risultati della sua amministrazione. Un’esperienza, tiene a sottolineare, «senza un partito alle spalle». Ma intanto si sa che il Pd gli darà il suo appoggio. Tra i competitor Fabrizio Ferrandelli, l’ex deputato regionale del Pd che però punta ad un consenso trasversale e rifiuta di avere alle spalle qualunque simbolo di partito. È per questo che Forza Italia, con ogni probabilità, non lo appoggerà e punterà su un altro candidato sulla cui scelta, al momento, c’è buio fitto. Quanto al M5s, Ugo Forello è il candidato vincitore delle comunarie, di fatto però «sfiduciato» dal parlamentare palermitano Riccardo Nuti. Dopo le inchieste sulle firme false, il M5S a Palermo è infatti attraversato da faide e lotte intestine violentissime. Il centrodestra non ha ancora espresso un candidato.

Atmosfera effervescente a Genova dove il sindaco uscente, Marco Doria, indipendente vicino a Sel non si ricandida. I pentastellati anche qui si impongono agli onori della cronaca con la bocciatura da parte di Grillo della candidata uscita vincitrice dalla comunarie, Marika Cassimatis, la cui candidatura aveva suscitato polemiche tra la parte più “ortodossa” del Movimento in quanto ritenuta troppo vicina agli ex militanti che hanno lasciato il M5S di recente. Il candidato M5S sarà quindi il secondo votato online dalla base Luca Pirondini. Quanto al Pd, naviga ancora in alto mare. Unica decisione presa: non si deciderà con le primarie. Il centrodestra qui si presenta unito con Marco Bucci, nome ufficializzato cinque giorni fa. Amministratore unico di Liguria digitale, Bucci è il candidato indicato dalla Lega, fortemente voluto dal segretario regionale del Carroccio e assessore Edoardo Rixi. Oltre che dalla Lega sarà sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Liguria popolare espressione di area popolare.

A Parma il sindaco uscente Federico Pizzarotti, eletto nelle fila del Movimento 5 stelle e poi fuori dal partito dopo le note polemiche con Beppe Grillo, ha annunciato la sua candidatura ad un secondo mandato, con la lista civica “Effetto Parma”. E i Cinque stelle? Tentano la ricostruzione, ma il rischio è di arrivare separati al voto: da una parte i fedeli a Grillo, dall’altra i pentastellati rimasti nel movimento ma fedeli a Pizzarotti. In città al momento sono addirittura tre i gruppi che chiedono, autonomamente, di poter essere nella scheda elettorale con il simbolo di Beppe Grillo. Inutili, sino a questo momento, gli appelli all’unità tanto che tutte e tre le componenti, in tempi diversi, hanno presentato la richiesta ufficiale al blog, senza per ora ottenere risposta. Per quanto riguarda il centrosinistra, sono state le primarie del 5 marzo a decretare il candidato sindaco: si tratta di Paolo Scarpa, l’outsider non iscritto al Pd che a sorpresa ha battuto Dario Costi. Luigi Alfieri, ex giornalista e scrittore, è il candidato sindaco con la lista civica “Parma non ha paura”. Non ancora pervenuta la candidatura del centrodestra.

Padova è chiamata alla urne anzitempo, dopo la caduta lo scorso novembre dell’amministrazione del sindaco leghista Massimo Bitonci, eletto nella primavera del 2014. Forza Italia e Lega confermano il loro sodalizio. Di nuovo tutti uniti ufficialmente nel segno di Massimo Bitonci, dunque, tre mesi dopo la sfiducia notturna che prese forma con le dimissioni di 17 consiglieri comunali, tra i quali due esponenti proprio di Forza Italia. Una rinnovata unione determinata dalla volontà di collezionare più voti e vincere, all’insegna dello slogan: «Quel che è accaduto non accadrà più». Il centrosinistra si presenta invece diviso. I tentativi di celebrare primarie di coalizione non sono andati a buon fine e così il Pd (con Ncd) sosterrà Sergio Giordani e la Coalizione civica (il movimento in cui convergono Padova 2020, Sinistra Italiana, ReteDem, Possibile e Rifondazione comunista) proporrà Arturo Lorenzoni. Almeno fino al primo turno. Di eventuali alleanze se ne potrà riparlare in caso di ballottaggio. Quanto al M5S, il candidato è Simone Borile. Ma anche qui i pentastellati si sono divisi e i delusi sono confluiti nel neonato movimento Riscossa Italia che presenta per la corsa al candidato sindaco della città del Santo Alessio Farinella.

Sono sette, ad oggi, i candidati alla fascia tricolore di Verona. Tuttavia si sta ancora aspettando di vedere come si muoveranno i grandi schieramenti: il Partito democratico è in attesa delle primarie, in programma per il 2 aprile; il centrodestra sta cercando la quadra ma nella città scaligera è dato per imminente l’accordo per candidare a sindaco Federico Sboarina, assessore di An nella prima amministrazione Tosi, che ora guida l’associazione “Battiti”, creata da una costola di Forza Italia. Il senatore Paolo Tosato, che era il candidato designato della Lega Nord, in questo accordo avrebbe la poltrona di vicesindaco; l’ala tosiana sta attendendo di sapere se il sindaco in carica Flavio Tosi potrà concorrere per il suo terzo mandato. Tra i sette già in pista c’è Alessandro Gennari del Movimento 5 Stelle, che punta sulla riqualificazione dei quartieri sul piano del paesaggio e su una spending review funzionale.

Anche a Piacenza il fronte grillino avrà due liste e due candidati: una del Meet Up con Rosarita Mannina, una legata ai consiglieri comunali uscenti. Spetterà poi allo staff della Casaleggio Associati decidere se una delle due liste potrà presentare il simbolo del Movimento alle amministrative. E il centrodestra? Nella confusione che regna in Forza Italia c’è una certezza: ben pochi vogliono come candidato a sindaco del centrodestra Massimo Trespidi. L’ex presidente della Provincia – ex Forza Italia e Pdl – gode della stima di tanti militanti della Lega Nord e sarebbe visto con favore dai civici, oltre che da tante persone orientate verso il centrodestra. Ma è proprio il suo ex partito che chiude la porta in faccia a una sua possibile leadership. Il Partito Democratico, nel frattempo, ha visto uscire di scena – a causa della scissione – alcuni esponenti di spicco come l'ex vicesindaco Francesco Cacciatore. Con lui sono già una decina le persone che hanno deciso di abbandonare il partito per entrare in “Democratici e Progressisti” dei piacentini Pierluigi Bersani e Maurizio Migliavacca. L’uscita di scena faciliterà la scelta del candidato a sindaco per il Pd: sarà quasi sicuramente una figura vicina ai renziani. Ancora incerto il futuro del centrosinistra. Da vedere se si potrà organizzare una coalizione insieme tra Pd e Mdp già al primo turno, oppure se le due compagini faranno la propria corsa con i rispettivi candidati, per poi trovare una possibile intesa all'eventuale ballottaggio.

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